ACQUA!
di Luca De Santis
Ogni tanto una revisioncina al vocabolario italiano bisogna darla.
Essì, perché i tempi cambiano, i modi di dire per esempio, vanno aggiornati
periodicamente…ad esempio: “facile come bere un bicchier d’acqua”, tsk, tsk,
non va mica più bene…facile un cavolo, intanto l’acqua bisogna averla a
disposizione, metti che sei in Africa e che la Coca Cola ti ha prosciugato
il pozzo per portare l’acqua nello stabilimento che ti ha costruito a 500
metri dal villaggio…oppure metti che sei in un bel paesino della provincia
di Latina e che ti hanno tagliato l’acqua per morosità perché la bolletta
era salita così tanto che quando aprivi il rubinetto il PIL prendeva un paio
di punti percentuale…non è mica tanto facile riuscire a bere da un bicchiere
vuoto, nonnò, urge modifica, ci vorrebbe qualcosa di più attuale…ecco, una
roba tipo: “d’acqua un bicchiere arduo è assai bere”, eccallà, fatto
l’upgrade.
Oh, ma non è mica l’unico, prendi quell’altro: “acqua in bocca”,
obsolescenza pura, non si attaglia, di questi tempi è di moda la secchezza
delle fauci, è più chic…mica siamo pesci.
“Fare un buco nell’acqua”, “sei un’acqua cheta”, “aspettiamo che si calmino
le acque”, “piove, governo ladro…beh…forse questo qui lo possiamo
considerare un evergreen…comunque, tornando a noi, il fatto è che mica ti
puoi limitare al puro soggetto acquifero, ci sono anche i correlati e
affini…“non capisci un tubo” ad esempio…una volta magari aveva un senso, il
tubo era lì, bello, solido, con la sua portata nominale, che lo capivi, no?
Adesso i tubi non sono mica più così ganzi, fanno acqua da tutte le parti,
dice che gli acquedotti perdono per la strada il 30% dei fluidi, che
incontinenti, e che la rete idrica è vetusta e piena di falle, grazie che
non li capisci, mica sei tu a essere fesso, sono loro a essere fessurati.
Insomma, alla fine della fiera finisce che bisogna rinnovare l’intero
comparto idrodialettico, via tutte le allusioni umidicce e largo alle
asciuttezze verbali…oh, è un bel lavoro, però…ce n’è di termini da
terminare, personalmente non mi candido, ci sarà qualche letterato o qualche
manager di qualche multinazionale disposto a fare questo sacrificio per la
collettività, chessò, qualche volenteroso in doppiopetto della Veolia o
della Vivendi…di sicuro loro non se ne laveranno le mani.