lunedì 16 giugno 2008

SI STA COME D' AUTUNNO

VELTRONICA

TOC, TOC, TOC

LA SAGRA DELLA TISANA

La sagra della Tisana


di Fabio Norcini


Mi ha sempre colpito il proliferare di sagre in ogni più sperduto borgo della penisola. Ognuna a rivendicare una tradizione gastronomica, vera o inventata, come i giochi medievali. Allora come abbiamo il palio di Siena, perché non inventare il palio dei micci, a Rapolano o Chianciano? E le giostre della Quintana, dell’Orso, il bravìo delle botti, la ruzzola del cacio,  il calcio in costume? E giù sbandieratori, cortei storici, tamburi e chiarine, shofar e berimbau. Il folklore de’ noantri, grigliate di rosticciana e salsicce, tutto fa bene al resuscitare tradizioni inesistenti (“É revival”, cantava Gigi Proietti), in un paese che ha svenduto madie e armadi in legno massello per i truciolati e la fòrmica. Pro domo mea o pro loco tout court? Creativi che si inventano agricoltori, naturalmente biodinamici e politicamente corretti, le cui composte di fiori di sambuco e miele millefiori, yogurtini in grado di far cacare anche chi ha il culo intasato da palle di biliardo. Roba che per essere venduta a peso al costo del platino, abbisogna di uno spreco energetico di trasporto su gomma grazie al gasolio (che ormai costa al litro più del Brunello di Montalcino) che muove i Concorde, per coprire la molto onorevole distribuzione. 

In principio fu lo slowfood, questa bufala da fighetti incompetenti: sessantottini frustrati e figli di papà che, constatato che non potevano cambiare il mondo volevano cambiare il palato. La loro opera di proliferazione e propalazione di miti, ad esempio il lardo di Colonnata, ha solo portato alla contraffazione di prodotti che una volta si potevano trovare ancora genuini. E, adesso, grazie a d.o.p. e altri inghippi, burocratizzati da disciplinari governative (di destra) e mitologizzati da gamberirossi, guide, contro-guide ecc., si trovano contraffatti a livello planetario (e a costi cosmici). Chi scrive ha conosciuto assai bene un inconsapevole precursore di questi nouveaux philosophes del fritto misto, quel Gigi Veronelli che, disgustato dalla piega presa da quello che all’inizio era solo un gioco e che stava ingrossandosi come l’affare in tasca del carabiniere. Pentitosi negli ultimi anni cercò altre strade (le degustazioni nei centri sociali, il prezzo politico di olio e vino) ma si rese conto che ormai era tardi per impedire l’edonismo dei pària: quello per il quale ogni bruciapadelle poteva pontificare al pari di un Wittgenstein esegeta della filosofia del linguaggio del soffritto, il quale con una minima scoreggia profferita dalla sua incommensurabile sapienza poteva far lievitare i prezzi (e la disponibilità) di sconosciutissimi prodotti, dallo stracchettund all’aglio di Vessalico, dal burro di Bagolino al Bitto, che ormai si producono a Taiwan. Battaglia persa con tutti coloro che hanno partorito i becerissimi mâitre à penser che dal tubo catodico avvelenano con ricette terribili il desco degli italiani, forse in combutta con le cliniche, private ma convenzionate (che così “pescano” anche stomaci e intestini guasti).

Se non mi repellesse citerei il più osceno esemplare di tale genìa, che con la sua epa (m’inonda) ammorba dai canali berluschi le sue prezzolate scoperte enogastronomiche. In un paese dove un coglione qualsiasi può diventare gastronauta (quale sarà la sua destinazione, a differenza degli argonauti? Naturalmente il cesso che lui stesso è) non poteva altro che capitare che dopo le sagre del tortello e della ranochiocciola, della pastizzada di cavallo e del tapulon, si arrivi alla sagra del seitan (fa schifo solo il concetto). Di questo passo arriveremo alla festa del tofu, del sashimi con dimostrazioni di seppuku a Borgotaro, o alla settimana dello stitico con degustazioni di tisane di issopo e iberico a Brisighella.

ARMY

EJA EJA ALALA', SIAMO IL POPOLO DELLE LIBERTA'

MONDO 11: FIORI

REGALI ALLA MALA

GOLPE

COLPO DI STATO

PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE

LIBERI!!!!


BUON GIORNO ITALIA! SIAMO LIBERI!!!!!!
SIAMO IL POPOLO DELLE LIBERTA'!!!!