domenica 11 maggio 2008

della serie S' HA DA CAMPA'

LETTURE PERICOLOSE 2

“... Si sente dire che ormai la scienza è subordinata a imperativi di redditività economica; ciò è vero da sempre. Il fatto nuovo è che l’economia abbia cominciato a fare apertamente guerra agli umani; non più soltanto alle possibilità della loro vita, ma anche a quelle della loro sopravvivenza. É stato allora che il pensiero scientifico ha scelto, contro gran parte del proprio passato antischiavista, di servire il dominio spettacolare. Prima di arrivare a questo punto la scienza godeva di una relativa autonomia. Perciò sapeva pensare il suo briciolo di realtà; e in tal modo aveva potuto contribuire immensamente ad aumentare i mezzi dell’economia. Quando l’economia onnipotente è diventata folle, e i tempi spettacolari non sono altro che questo, ha soppresso le ultime tracce dell’autonomia scientifica, inscindibilmente sul piano metodologico e su quello delle condizioni pratiche dell’attività dei ricercatori Non si chiede più alla scienza di capire il mondo, o di migliorare qualcosa. Le si chiede di giustificare istantaneamente tutto ciò che si fa. Stupido in questo campo come tutti gli altri da lui sfruttati con l’irriflessione più nefasta, il dominio spettacolare ha fatto abbattere l’albero gigantesco del sapere scientifico al solo fine di ricavarne un manganello...”


da GUY DEBORD

Commentari alla Società dello Spettacolo

1988

TRAVAGLIO, SANTO SUBITO!

UN LAVORO PER L' ITALIA


IL LAVORO

( se lavoro ha da essere, che lavoro sia)


La Sinistra individua in tutte quelle attività che approfondiscano e migliorino le qualità della vita e dell’ambiente le principale fonti di sviluppo economico e sociale del Paese e si sforza di armonizzare questa sua scelta con le scelte produttive degli altri Paesi europei, ponendo la risorsa culturale, ambientale ed energetica che le è propria, a disposizione dell’ Europa.


Ciò non significa evidentemente l’ abbandono delle attività di trasformazione metalmeccanica, siderurgica e petrolchimica ma, attraverso una attenta analisi delle potenzialità occupazionali fornite dalle attività turistica, agricola, ambientalistica, di produzioni tipiche, e di produzione di energia alternativa rinnovabile, si potrà avviare una pianificazione corretta della vocazione occupazionale delle altre attività nel contesto produttivo nazionale.


In altre parole occorrerà avviare un grande processo di mobilità produttiva dai settori considerati finora primari a quelli più coerenti con le nostre possibilità di sviluppo sostenibile: individuare cioè le effettive possibilità del settore turistico-culturale, di quello legato alla tutela dell’ambiente, di quello legato alla produzione di energia - (con particolare riferimento alla produzione di energia alternativa in quantita tali da garantire sempre il fabbisogno nazionale, ponendo il Paese al riparo da crisi energetiche internazionali, ma rendendolo, al contrario leader della produzione di energia alternativa fino, all’occorrenza, ad esportarne) - di quello legato all’agricoltura biologica e di quello legato all’ agricoltura geneticamente modificata, ( differenziando con rigore procedure e controlli dell’ una e dell’altra )  e - infine -  di quello legato alle produzioni tipiche e all’ artigianato artistico tradizionale.


Nel Libro bianco sul Mercato del Lavoro dell’ottobre 2001, si dice che la qualità del lavoro è la nuova dimensione su cui riflettere. Il concetto di qualità espresso da quel documento non tiene però conto della scelta della qualità del tipo di lavoro che il nostro Paese si assume di assolvere. Questo atteggiamento si riflette in una profonda banalità di tutto ciò che ne consegue. La Sinistra sceglie la qualità più profonda del lavoro italiano nel definire primarie tutte le attività legate all’ambiente, al turismo, all’agricoltura, alle produzioni tipiche, all’artigianato, e alle risorse energetiche. Queste sono le attività sulle quali dovrà esprimersi ai massimi livelli la qualità e la produttività italiana fondando su esse l’incremento del suo Pil.


Il Partito Del Basta, una volta al potere, fermerà l' aberrazione del Ponte sullo Stretto di Messina e avvierà cinque Grandi Opere.

- L' ammodernamento della rete viaria interna

- L' ammodernamento e il potenziamento della rete ferroviaria

- La creazione delle infrastrutture idonee all' avviamento delle autostrade del mare

- L' arretramento della rete ferroviaria costiera e il conseguente recupero paesaggistico delle coste da destinare allo sviluppo turistico.

- La sovrastrutturazione dell' appennino e il recupero dei borghi.



Libertà di soggiorno

CONTINUANDO A PARLARE DI ISRAELE di Ro Marcenaro

La cosa più sconvolgente che emerge dalla polemica suscitata dalla dedicazione della Fiera del Libro di Torino al 60° della fondazione dello stato di Israele è la difficoltà con cui, chi lo vuol fare, affronta  qualsiasi argomento che abbia in qualche modo a che vedere con quel Paese. Prendersela con lo Stato di Israele non ha senso: è storia. Che ci piaccia o non ci piaccia. Così come sono storia tutte le prevaricazioni  consumate dalle varie Conquiste che hanno segnato la storia dell'umanità, dalle conquiste romane, alle invasioni barbariche, dalle crociate alla conquista spagnola dell' America centrale che ha cancellato nel sangue antichissime civiltà, a quella del West che ha privato in nome del progresso  le popolazioni pellerosse  dei loro territori, alle conquiste coloniali che hanno cancellato l' anima dell' Africa, alla brutale ( e fortunatamente fallita ) conquista  dell' Europa da parte di Hitler ( se fosse riuscita oggi sarebbe storia ), alla sottomissione dei popoli europei da parte di Stalin ed infine dalla conquista protocollata dalle potenze mondiali dei territori palestinesi da parte del popolo di Israele. L' antisemitismo non c'entra. C'entra il fatto che il popolo palestinese è stato privato della possibilità di calpestare liberamente il suolo della terra su cui aveva vissuto pacificamente  per più di duemila anni e poco importa che non avesse la dignità di Stato per come lo si intende da noi...L' antisemitismo non c'entra. C' entra che oggi  non deve più essere accettato il principio  che una prepotenza, una prevaricazione, pur motivata nel modo più convincente, possa essere accettata come un buon argomento per costruire una Storia. Lo Stato di Israele oggi esiste. E' uno stato democratico. Sia il benvenuto, ma deve diventare patrimonio dell' umanità il convincimento del rifiuto, profondo, dell' idea  che  uno stato possa formarsi sulla alienazione dei diritti di un  popolo più debole!