sabato 18 luglio 2009

Buongiorno Italia dall' Asino


IL SOLE DELL' AFRICA PER PRODURRE ENERGIA  

diVincenzo Da Leo ( Ministro per le energie del Governo Luce

del PDB)



E’ questa l’idea sulla quale vi invitiamo a riflettere: la costruzione di un enorme impianto solare da realizzare tra le immense distese del deserto del Sahara.

Un investimento di circa 400 miliardi di euro per un progetto, Desertec, che se realizzato farà impallidire dalla vergogna il piccolo e sciocco progetto del ponte sullo stretto di Messina e sarà  sicuramente, tra le opere più grandiose mai costruite dall’uomo: un sistema di centrali a concentrazione termica per assicurare all’Europa ben il 15% del proprio fabbisogno energetico entro il 2050 ( altro che summit dell' Aquila! ). Aziende di successo al lancio dell’iniziativa, e tra tutte Siemens, Deutsche Bank, ma anche l’italiana Archimede Solar Energy, insieme a tanti altri nomi del settore, società unite nell’ intento di firmare un memorandum che porterà o meno ad avviare l’ambizioso progetto di Desertec.

Un unico presupposto iniziale: esiste un enorme risorsa energetica nelle regioni desertiche mai pienamente sfruttata e c’è una volontà reale di rendere finalmente fruibile tale potenziale. In sole 6 ore le regioni del Sahara ricevono, di fatto, più energia dal sole, di quanto l’umanità intera riesca a consumarne in un anno e l’energia catturata dagli specchi solari installati su un area di 300 chilometri quadrati riuscirebbe a coprire il nostro intero fabbisogno energetico. Questo stesso impianto, calcolato a regime, produrrebbe una potenza energetica di circa 100GigaWatt, e verrebbe poi a collegarsi, secondo il progetto, a una rete di 3mila chilometri utile a trasferire e trasportare quella stessa energia fin nelle nostre case.

Un’opera ambiziosa si, ma non diremo irrealizzabile; da un punto di vista strutturale, le tecnologie, le procedure, gli impianti sono già noti e la trasmissione di enormi quantitativi di energia a lunga distanza è realtà già attuata in altri Paesi come la Cina o l’India. In realtà se esistono delle remore al progetto queste riguarderebbero, più che altro, i problemi geopolitici con cui Desertec stesso andrebbe  poi a confrontarsi: preoccupazioni riguardanti l’instabilità del territorio o dei governi autoctoni, la precarietà dei rapporti della zona africana con la zona europea, la volontà o meno di contribuire a un sostegno energetico, di cui, di fatto, saremmo noi a goderne. Ancora una volta le divisioni tra gli uomini condannano gli uomini  a rischi incalcolabili per la loro stessa sopravvivenza!


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