lunedì 4 luglio 2011

Numero 1366 BUONGIORNO ITALIA


Ore 18.15

da FRANCO ORIGONE

Softhard


Ore 16.24

da AVAAZ.ORG:IT

Cari amici,


Il nostro governo ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all'informazione, e fra 2 giorni un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet.


L’Autorità per le comunicazioni, un organo di nomina politica, sta per votare un meccanismo che potrebbe perfino portare alla chiusura di qualunque sito internet straniero - da Wikileaks a Youtube ad Avaaz! - in modo arbitrario e senza alcun controllo giudiziario. Gli esperti hanno già denunciato l’incostituzionalità della regolamentazione, ma soltanto una valanga di proteste dell’opinione pubblica può fermare questo nuovo assalto alle nostre libertà democratiche.


Non c'è tempo da perdere. Fra 2 giorni l'Autorità voterà la delibera, e se insieme costruiremo un appello pubblico enorme contro la censura su internet potremo fare la differenza. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per chiedere di respingere la regolamentazione e preservare così il nostro diritto ad accedere all’informazione su internet. Agisci ora e inoltra l'appello a tutti!


http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/97.php?cl_tta_sign=126633f4536dcd6f1d916f89e3121e12


Negli anni Berlusconi ha cercato più volte di controllare l’informazione su internet, ma finora i suoi tentativi sono sempre falliti. Ora, lontano dai riflettori, il governo ha la possibilità concreta di espandere i suoi tentacoli sulla rete, a meno che i cittadini non alzeranno la voce per fermarlo.


La nuova regolamentazione permetterebbe all'Autorità per le Comunicazioni di rimuovere contenuti sospetti di violazione del copyright da siti internet italiani senza alcun controllo giudiziario. Ancora peggio, la pubblicazione di una canzone o di un testo sospetto potrebbero perfino portare alla chiusura di interi siti internet stranieri, inclusi siti d’informazione, portali di software libero, piattaforme video come YouTube o d’interesse pubblico come WikiLeaks.


Se approvata, la nuova regolamentazione garantirebbe di fatto poteri legislativi e giudiziari a un organo amministrativo le cui funzioni dovrebbero essere esclusivamente consultive e di controllo, aprendo così la strada a un processo decisionale arbitrario e incontrollato. L'Autorità, nella speranza di passare inosservata, sta velocizzando al massimo la decisione, che è prevista per la prossima settimana.


Ma insieme possiamo costruire un enorme grido pubblico e convincere i membri chiave dell'Autorità che sono ancora indecisi a opporsi alla regolamentazione e rimandare così la questione all'unico organo che ha i poteri costituzionali per legiferare sulla materia: il Parlamento. Manda un messaggio ora e inoltra l'appello il più possibile:


http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/97.php?cl_tta_sign=126633f4536dcd6f1d916f89e3121e12


I governi sono sempre più impauriti da internet, che è diventato uno strumento per aprire il dibattito pubblico e per la mobilitazione dei cittadini, e stanno cercando così di imporre regole più strette di censura. Ma i cittadini stanno rispondendo, come in Gran Bretagna, dove l'opposizione dell'opinione pubblica ha costretto il governo a ritirare la legislazione sul copyright che voleva mettere un bavaglio alla rete. In Italia lo scorso anno siamo riusciti a fermare la "legge bavaglio" liberticida. Vinciamo di nuovo!



Ore 11.44

da FIORENZO DE MARIA



I nostri politici stanno dimostrando di avere uno strano concetto del termine "priorità".

Nella scuola, per recuperare circa 8 miliardi di euro, perderanno il posto di lavoro 120.000 tra insegnanti e personale ATA, ma la scuola non è una PRIORITA'.

Stanno massacrando i pensionati e i pensionandi, ma la pensione (e il welfare) non è una PRIORITA'.

Stanno tagliando sulla sanità, ma la sanità non è una PRIORITA'.

Fare un buco sotto una montagna per realizzare un'opera che non servirà a niente e che costerà almeno 20 miliardi di euro (per qualche migliaio di posti di lavoro) è una PRIORITA'.

Così va l'Italia!!!


da LUCA DE SANTIS


Però!...carina la ragazza.

Oh, si è seduta lei davanti a me...dal finestrino non passa che pianura e

qualche albero impettito, mi tocca per forza guardare avanti.

Magari potrei provare a fare un po' di conversazione, così, giusto per

passare il tempo, che poi non si sa mai, da cosa nasce cosa, d'altronde mi

sembra bella annoiata pure lei... massì, dai.

Vediamo, ci vorrebbe un argomento di partenza per dare il la...mumble,

mumble...ecco, ci sono! "Il buco da quarantasette miliardi di Euro del

bilancio dello stato"...no...no, troppo depressivo, non è adatto ad un primo

approccio, poi si fa la figura di quelli che parlano solo delle disgrazie,

ci vuole qualcosa di bello allegro, di frizzante, tipo roba legata al

viaggiare, che alle donne piace sempre, d'altronde siamo su un treno,

no?...ecco, ecco! "La TAV"...no, a pensarci bene...non è molto allegro

nemmeno questo, i pestaggi non hanno mai fatto intimità.

Però l'idea dei viaggi non era mica male...per dire, una bella località

turistica, ancora meglio, una città, di quelle che evocano la passione,

l'amore, e poi il sole, il mare, tipo...chessò...Napoli!

No...nonnò...al momento troppi rifiuti, così sembra che me lo vado a

cercare...il rifiuto, dico.

Cioè, non è che uno pensi per forza a rimorchiare...d'altro canto...se ci

scappasse un flirtino, anche piccino picciò...eppure ci sarà rimasto

qualcosa da dire che abbia dentro ancora un po' di romanticismo, qualcosa

che scaldi un po' l'atmosfera...

"Guerra in Libia"?...no, la scalda troppo.

"Feste eleganti"?...no, troppo volgare.

"Dibattito parlamentare"?...no, allora tanto vale parlare di un incontro di

lotta nel fango.

Ufffaaaa!

Insomma, una volta eravamo il paese del sole, delle passeggiate romantiche,

dei tramonti sul mare, si poteva chiacchierare di tante belle cose, attaccar

discorso non era un problema...aspetta...ha parlato lei, mi ha detto

qualcosa, meglio prendere la palla al balzo...:"scusi, ero distratto,

diceva?"..."ah, il problema della disoccupazione...certo, certo...".


da GINO DI FRENNA

L' unto