Con buona pace degli ultimi giustizialisti (trinariciuti) il Lodo Alfano non solo rasserenerà il paese ma potrebbe rilanciare anche il ruolo internazionale dell’Italia offuscato dal “Gnocca-gate”.
I miei contatti con il Sismi mi segnalano che da Mosca ad Harare le diplomazie internazionali sono al lavoro per seguire il proficuo esempio dell’Italia.
Ecco i principali “Lodi” di cui si sta discutendo:
1) il “Lodo Putin” : prevede la non punibilità del Presidente e delle 4 piu’ alte cariche dell’Fsb per eventuali crimini di guerra commessi in Cecenia, durante l’applicazione pluriennale del “Pacchetto sicurezza del Caucaso”.
2) il “Lodo Mugabe” : ispirato allo Jus Bocassa il Lodo - detto anche “Ad Mugabem” - prevede l’immunità per tutti i capi di stato dello Zimbawe che affamino il loro paese sino al 21 febbraio del 2024 (data in cui Mugabe raggiungerà i 100 anni)
“E’ importante” dice il testo “garantire allo Zimbawe una continuità di dittatura con i precedenti 30 anni”.
3) il “Lodo Karadzic”, discusso da tempo nella Serbo-Bosnia ma con scarsa eco nel resto della ex-Yugoslavia, tutela i signori della guerra dei Balcani – specie quelli ancora latitanti come Mladic e Hagic – dall’accusa di aver fomentato o organizzato “episodi di pulizia etnica” compreso il (presunto) massacro di Srebrenica.
4) Il “Lodo di Pechino” volutamente collettivista nel nome, il “Lodo di Pechino” prevede la non punibilità per tutti i leader cino-liberisti coinvolti nell’occupazione e nel genocidio culturale del Tibet.
Essendo i medesimi i principali acquirenti del “Made-in-Italy” il Lodo di Pechino ha già riscosso l’appoggio internazionale della Farnesina.