


IL FASCINO SOTTILE DEL CATASTROFISMO
di Biscarozzi Primo
E dunque parliamo un po' di catastrofe. Allora: il clima si riscalda, i ghiacciai si sciolgono, l' acqua dei mari aumenta, intere zone costiere vengono allagate, molti arcipelaghi scompaiono sotto le acque, interi territori vengono così sottratti alle coltivazioni, altri desertificano perchè il calore è eccessivo, altri vengono cementificati e asfaltati, le bocche da sfamare aumentano e la sete di diritti aumenta: case, cibo, servizi, istruzione, assistenza. La modernità. Essere tutti agiati. Consumare di più per produrre lavoro, per avere danaro da spendere in consumi. Le risorse intanto calano e le materie prime, nonostante i ricicli, non bastano più. L' acqua scarseggia e, se è privata, scarseggia ancora di più per tenerne alto il prezzo e alimentare i profitti... I profitti. Il capitale. Il capitalismo. E il cerchio si chiude, strozzandoci. Catastrofisti? Chissà?! Certo di fronte a una prospettiva come questa ( che secondo noi è inevitabile ) forse varrebbe la pena andare a inventare una forza politica che ponga queste questioni in primo piano. Un fatto è certo: la classe politica mondiale, nel suo complesso, non sembra rendersene conto e le menti più attente e illuminate cercano le soluzioni all' interno di questo sistema che, essendo capitalistico e proteso solo al profitto, non è in grado di dare.


