lunedì 28 marzo 2016

Numero 2543 Quelli che vivono tra noi

Cari amici dell'Asino: questo numero gronda morte, ma non è colpa nostra. La colpa è di chi non vuole capire che " morto " vuol dire: privato della vita, degli affetti, di un minimo di prospettiva per sé e per gli altri. Che ogni volta che uno muore per la mano omicida di un suo fratello è una risorsa in meno per tutta l'umanità. Siamo perfettamente consapevoli  che questa nostra azione si perderà nel mare dell'indifferenza ma se anche solo servisse a aprire la coscienza di uno solo di noi, il nostro impegno non sarebbe stato vano.

GIUSEPPE UNGARETTI
IN MEMORIA
Locvizza il 30 settembre 1916
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perche’ non aveva piu’
Patria
Amo’ la Francia
e muto’ nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva piu’
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffe’
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa
Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse

Tornano per farci piangere


Bollettino dei morti

- Pakistan, kamikaze si fa esplodere in un parco di Lahore: almeno 72 morti, 30 sono bambini

da PARIDE PUGLIA

Resurrexit... ma de ché?