lunedì 18 ottobre 2010

Numero 1135 Buongiorno Italia

da GIUSEPPE CIARALLO


Cose di casa


Ho "assistito" allo scontro a distanza tra Mimmo Lombezzi e Christian Rizzi senza intervenire nell'immediato per non gettare benzina sul fuoco. Come ebbi a dirti anche in altre occasioni, Christian Rizzi non mi ha mai convinto né dal punto di vista della forma (i suoi versi, o quello che sono, mi sembrano sempre buttati lì a caso, come capita) né da quello dei contenuti, che a volte trovo estremamente reazionari. Trovo anche molto strano che Christian Rizzi se la sia presa molto per le parole di Lombezzi. Rizzi mi sembra che voglia sempre giocare a fare il provocatore ad ogni costo. E allora mi viene da chiedermi: ma che razza di provocatore sei se invece di godere nell'avere scatenato sentimenti violenti negli altri, poi ti incazzi come un qualsiasi autoreferenziale benpensante? Mistero.

Sinceramente non sono nemmeno d'accordo con le parole di Lombezzi, di cui quantomeno ho apprezzato la pacatezza. I militari italiani in Afghanistan stanno combattendo una guerra vera e propria e la favoletta della missione di pace è solo un modo furbo (ma tanto i nostri signori e padroni non hanno più bisogno nemmeno della furbizia per imporre le loro bugie) per aggirare l'articolo della nostra Costituzione che dice no alla guerra come mezzo di soluzione dei contenziosi tra le nazioni. I militari italiani non sono lì a sminare il terreno, non sono lì a portare la democrazia (che razza di democrazia è quella che si spara con tiro radente?) e il popolo afghano non è più libero di prima, e le elezioni sono più irregolari delle nostre regionali in Piemonte, e le bambine continuano a non poter andare a scuola, e le donne continuano a contare meno del due di picche a briscola quando si gioca a poker e ad andare in giro con il corpo e il volto coperto, pena magari una bella boccetta di vetriolo sulla faccia. E' chiaro che dal punto di vista umano, la morte dei nostri quattro militari non può lasciare insensibili, ma non sopporto la retorica patriottarda che si insinua ovunque: l'altra sera, nel prepartita di Italia-Serbia funestato dall'imbecillità di quattro idioti serbi incazzati per la sconfitta contro i turchi del 1389, i patriottici telecronisti nostrani sono andati avanti tutta la serata a lamentarsi e a menarla che il lancio di oggetti in campo e le intemperanze non avevano permesso lo svolgimento del minuto di silenzio per i quattro alpini, come se più del minuto di silenzio non fosse importante gridare nei microfoni che quella in Afghanistan è una guerra inutile e inutilmente sanguinosa e che un paese civile degno di questo nome richiamerebbe immediatamente il suo esercito per interrompere la scia di sangue che da nove anni non risparmia nemmeno bambini, vecchi e donne.


da PARIDE PUGLIA


Un omaggio a Remigio Leonardis


Stavolta se n'è andato per davvero Remigio Leonardis, il pazzerello con le antenne in testa di piazza Barberini, il monumento che balla, come stava scritto in certe guide turistiche, l'ultimo Pasquino. E' morto in una clinica di Tivoli dov'era ricoverato da tempo per via di un ictus. E ci lascia nel dubbio: più matto lui, che strappava sorrisi ballando, strillando o solo apparendo? o noi sempre lì a correre stressati intorno a quella piazza, da trent'anni? Remigio se ne và, prende congedo da una città che giorno dopo giorno si sbiadisce, perdendo l'anima profonda, beffarda e generosa, annacquata nei flutti scuri di un Tevere rabbioso e dimentico del tempo che fu.




da SASA GENSABELLA

Intercettazioni



da LUCA DE SANTIS


La giacchetta


Guarda qui che roba!

Pende tutta da un lato, la manica, la manica destra della giacchetta.

Vedi, mica sono pari, quella destra è più lunga della sinistra.

Perché? Beh, perché me l'han tirata.

Essì, non passa giorno che non ci si appenda qualcuno a scampanellarmi il

braccio, nemmeno ci fosse attaccata un'esca per i pesci.

Perché? Ecchennesò! Ogni tanto arriva uno, o una, e zacchete! Mi arpiona il

polsino e comincia strattonarmi: "...gli italiani hanno perso la pazienza,

il governo deve fare qualcosa"...si, ok, è vero, di pazienza non me n'è

rimasta più molta, e posso anche essere d'accordo con quella signora lì che

mi si rivolge con toni così confindustriali, ma dico, è il caso di

slabbrarmi la manica della giacca?

Din Don, altra scampanellata all'omero: "...gli italiani sono stufi di non

poter telefonare senza essere intercettati"...eh? Intercettato? Io? Ma

figuriamoci, al massimo avrò un paio di multe non pagate, chi vuoi che mi

intercetti...mica ho evaso il fisco per ventimilioni di euro in qualche

paradiso fiscale.

Dan, Dan, Dan, altro giro altro regalo: "gli italiani hanno la massima

fiducia in questo governo"...si, vabbè...questa mi ha fatto saltare anche un

paio di cuciture.

Oh, e non è che la manica sinistra sia proprio esente da scrollatine varie,

ogni tanto qualcuno ci prova ad allungarmela un pò: "gli italiani sono

stufi, gli italiani non ne possono più di questo governo, gli italiani di

qui...gli italiani di là..."

E pensare che una volta la giacchetta si tirava, al massimo, al presidente

della repubblica, ora invece direttamente alla repubblica, tutta

quanta...sessantamilioni di giacchette...prevedo tempi duri per i sarti.


da BANDANAX

Acidità


Igiene scolastico


Libertà


Le scale


da ANDREA BERSANI

Ossimoro


da GINO DI FRENNA

Bicchieri