martedì 31 marzo 2009

BUONGIORNO ITALIA dall' Asino

CRISI D' APRILE
di Rocco Grieco



SETTECENTOMILA BOLLETTINI BIANCHI
di Gino Di Frenna




COLLETTA NAZIONALE
di Bucnic



SCIE CHIMICHE
di Bucnic



ITALIAN CAR
di Paride Puglia


NUOVO MIRACOLO
di Gianni Allegra

TERRA DI EROI
di Bandanas


LA RISPOSTA
di Bandanas


lunedì 30 marzo 2009

BUONGIORNO ITALIA dall' Asino

DEUS CARITATIS, ORA PRO NOBIS
di Gianni Allegra


QUAL ESULI PENSIERI...
di Paride Puglia



TERZA RICOSTRUZIONE
di Enrico Bertuccioli


BLABLA
di Andrea Bersani


FINTO POTERE
di Rocco Grieco


ACQUA
di Bandanas



LO STATO DELL' ARTE
di Gianni Allegra



MA CHE TEMPO CHE FA
di Gino Di Frenna



VOTO DI SCAMBIO
di Bandanas



IL MONARCA
di Bandanas







domenica 29 marzo 2009

BUONGIORNO ITALIA dall' Asino

CIASCUNO AL SUO POSTO
di Paride Puglia

sabato 28 marzo 2009

BUONGIORNO ITALIA dall' Asino

PRECISAZIONI
di Gianni Allegra



RITORNO AL FUTURO
di Gino Di Frenna


venerdì 27 marzo 2009

BUONGIORNO ITALIA dall' Asino

GOURMET VATICANO
di Paride Puglia


Allinea a sinistraSON SOLO NUMERI
di Enrico Bertuccioli


PIANO INTERRATO

di Gog


Insomma siete i soliti disfattisti senza ottimismo. Rimanete senza lavoro e ve ne state con le mani in mano? Fannulloni! Subito a dire che il piano casa non c’era e se c’era era un piano ... interrato (nel senso di nascosto). Il piano c’è ed è un super attico! Almeno per molti. Finalmente un punto fermo. D’altra parte c’è la crisi. Siamo tutti in crisi anche se in modo diverso. Ma la crisi può diventare una risorsa. Per esempio: da una parte c’è un sacco di gente che perde il lavoro. Dall’altra c’è una bella quantità di gente che vorrebbe ampliare di un 20-30% la propria abitazione (che infatti deve essere una villa). Qui il colpo di scena berlusconiano. Quelli che perdono il lavoro e quelli che vogliono ampliare casa non sono gli stessi! Questo è il colpo di scena! Per i primi è una sfiga, per i secondi una risorsa! Non l’ha detto anche la Santanchè? Basta con le attività illegali in campo edilizio. Il presidente del consiglio li precede. Elimina l’illegalità consentendo di fare un po’ quello che cazzo gli pare.

Che c’entra tutto questo con la crisi? Lo vedete ... siete sempre i soliti comunisti!





POLIZIOTTI BUONI E POLIZIOTTI CATTIVI
di Giuseppe Ciarallo



Quella detta “del poliziotto cattivo e del poliziotto buono” è una tecnica di negoziazione ben collaudata. Prende il nome da uno scenario molto comune nei film polizieschi: c'è il sospettato di qualche crimine che viene sottoposto a un interrogatorio da due poliziotti. Il presunto criminale non si decide a dire quello che sa e non collabora con le forze dell’ordine. Trattativa bloccata. Cosa fare?

Presto detto: il primo poliziotto assume il ruolo del poliziotto cattivo e inizia ad urlare in modo aggressivo, a scuotere il sospettato, a minacciarlo più o meno velatamente. Il collega, invece, veste i panni del poliziotto buono: resta quieto in un angolo e, quando il poliziotto cattivo si decide a lasciare la stanza, parla con il sospettato in un modo completamente diverso, facendogli capire che può essergli amico e aiutarlo. A questo punto il sospettato si rilassa e inizia a collaborare.

Ovviamente se spostiamo questo tipo di negoziazione nel mondo degli affari, o della politica, la fotografia che ci apparirà non sarà così drammatica ma il principio può essere sempre applicato con enorme successo.


E’ bene sempre ricordare che il poliziotto cattivo e quello buono lavorano di comune accordo alla riuscita di un obiettivo condiviso.


Roma - "I parlamentari sono lì solo a fare numero visto che approvano tutto il giorno emendamenti che non conoscono.” L'ennesimo affondo del premier Silvio Berlusconi contro il Parlamento e per di più alla vigilia del congresso del Pdl irrita profondamente il presidente della Camera Gianfranco Fini, che difende l'istituzione e invita il capo del governo a non irridere le regole. "La democrazia parlamentare - dice il presidente di Montecitorio in una nota - ha procedure e regole precise che devono essere rispettate da tutti, in primis dal capo del governo. Si possono certo cambiare, ma non irridere. - e aggiunge - Offendendo il Parlamento si offendono gli italiani.” Scoppia così una polemica proprio il giorno prima della 'tre-giorni' che consacrerà l'unione tra Forza Italia e An nel Pdl. 

Immediato il confronto tra i leader delle due anime del Popolo della Libertà, i quali dopo neanche un'ora si incontrano per un faccia a faccia chiarificatore. Dura un'ora e vi prende parte, oltre all'immancabile Gianni Letta, anche La Russa. Alla fine tutti d'accordo nel dire che l'incontro "si è svolto in un clima cordiale".


E’ bene sempre ricordare che il poliziotto cattivo e quello buono lavorano di comune accordo alla riuscita di un obiettivo condiviso.

FUTURO PROSSIMO
di Gianni Carino



SEMPLIFICATION
di Bandanas



REGOLE DEL CASSO
di Rocco Grieco


NUVOLE
 di Gianni Allegra



MINCHIATION
di Gianni Allegra



TESTAMENTUM PIOLOGICUM
di Bandanas



IL CLUB DEI DITTATORI
di Paride Puglia



CERTEZZE
di Paride Puglia



REVISIONISMO LESSICOCONCETTUALE
di Gianni Carino


giovedì 26 marzo 2009

BUONGIORNO ITALIA dall' Asino

INQUINAMENTO MORALE
di Franco Origone


IL LAVORO INFINITO
di Franco Origone

Centra

...E ALLA FINE FINI FARA' IL DUCE...

di Christian Rizzi


credo guardando che

dopo tutte le cagate

detto fatto berlusconi

sarà rivolta in parlamento

tipo un ammutinamento

e fini farà il duce

con l'appoggio camerale

lo credo da 20 anni

da quando berlusconi

ha cominciato a fare il bello

e fini seguì almirante

per la difesa della razza

che oggi misconosce

per poter restare in piazza

la piazza lo conosce

e lo acclama a piena voce




 

 Gainde guedj

 

Cosa fai con quegli anfibi

Credi di spaventrarmi?

Sono il gainde guedj

Ho la pelle di smeriglio

E i piedi di cemento

Il re di harlem mi ha spiegato

Il mistero del creato

Forza peso e velocità

Cambiar mentalità

Cavar gli occhi ai legionari

Per ornar la cameretta

Del piccolo jambar


E' SOLO UN' IMPRESSIONE
di Paride Puglia



ULTIME DA PORDENONE
di Ugo Furlan

Cariamicivicinielontani,


ci dovremo abituare al pensiero unico. Credo.

Un pò perché c'è la tendenza, da parte del pensiero dominante, a ridurci il numero di neuroni

da utilizzare, un pò perché è troppo complicato vivere e quindi se c'è qualcuno che pensa per noi è meglio.


O no?

Il nostro ineffabile capo ci ama solo se lo amiamo: questo è il suo pensiero unico.

Fatevi due conti e vedete se vi conviene.

Nel frattempo io cerco di pulire dagli angolini del mio cervello anche la più piccola ragnatela che

possa rallentare la corsa dei neuroni, quelli che ancora ce la fanno (l'età non aiuta...).


Ho scoperto che fare le vignette aiuta...

...quindi dovete ancora sopportarmi. Se vi va.



Ciao pìpol.






JENE E CAIMANI
di Enrico Bertuccioli


UN POPOLO DI DECELEBRATI 

 di Giuseppe Ciarallo


MEDITATE ASINI, MEDITATE!


Dopo l’8 marzo, Festa della Donna, celebrato a Roma con un concerto di Franco Califano (“ogni donna desidera solo essere presa e ingroppata come un animale”), e la ricorrenza delle Fosse Ardeatine con l’inquietante presenza del Ministro della Difesa Ignazio La Russa il quale ha versato lacrime di caimano per le vittime di “tutti i totalitarismi”, ecco la scaletta delle prossime celebrazioni:

25 aprile 2009: a Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza, dopo la consueta manifestazione, comizio conclusivo in Piazza Duomo, dell’On. Mirko Tremaglia e del presidente della Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana;

1° maggio 2009: a Milano, dopo la consueta manifestazione organizzata quest’anno dai sindacati dei lavoratori CISL e UIL, comizio conclusivo della presidente di Confindustria, signora Emma Marcegaglia e dei Ministri Renato Brunetta e Maurizio Sacconi.


Gli eventi saranno gentilmente offerti da Scottex, dieci piani di morbidezza e da Birra Peroni, dal 1846 la birra degli italiani.


RIPENSAMENTI
di Bucnic

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Da Affari e Finanza del 9 marzo 2009

LA LEZIONE DI GUSSING IL PARADISO ECOLOGICO CHE PRODUCE ENERGIA

 di Marco Morello

 

Il Burgenland, la regione più a est dell’Austria, è una distesa squadrata di case basse, cantine strette dove il mosto fermenta in silenzio, campi color pece e foreste ciclopiche di pini un po’ spelacchiati. In mezzo, a una manciata di chilometri dal confine ungherese, corre una striscia d’asfalto che conduce fino a Güssing, il capoluogo che dà il nome a un distretto di 28 comuni. Un centro di 4.000 residenti appena, un’oasi dispersa nella pianura a cui non importa più niente dei capricci del prezzo di gas e petrolio: qui, da otto anni, l’energia viene prodotta in maniera autonoma. Per intero, senza apporti esterni, sfruttando un capiente serbatoio di risorse naturali: gli alberi in primo luogo, ma anche i derivati dell’agricoltura, i rifiuti di abitazioni e industrie e la luce solare. Che vengono trasformati in elettricità, riscaldamento, aria condizionata e, in piccola parte, in carburante per le auto.

Oggi l’intero distretto è un cantiere che sembra non dormire mai, è un tappeto di celle fotovoltaiche gonfio di enormi capannoni e di impianti sempre in funzione. Per strada si incontrano macchine di grossa cilindrata, ruspe e TIR stracarichi diretti all’estero, segni tangibili che molto è cambiato. Perché fino a poco tempo fa il Burgenland era una regione poverissima, mummificata per mezzo secolo di fronte allo spettro della cortina di ferro. Poco il lavoro, ancora meno le opportunità per i giovani; di autostrade o rete ferroviaria nemmeno a parlarne. In molti scappavano verso quel miraggio chiamato Stati Uniti, destinazione Chicago, mentre chi non partiva doveva accontentarsi delle rimesse dall’estero e dei frutti della terra. Intorno alla metà degli anni ’90 il quadro era rimasto più o meno lo stesso: per studiare o guadagnarsi da vivere i residenti erano costretti a spostarsi fino a Vienna, distante oltre due ore di macchina, tornando a casa soltanto nei weekend. La schiera dei pendolari forzati, il 70% della popolazione, reggeva a fatica l’andirivieni continuo e, a poco a poco, preferì stabilirsi nella capitale. Fu allora che una fetta del Paese rischiò di trasformarsi in un deserto, e fu più o meno in quel momento che Reinhard Koch decise di compiere il percorso inverso, di tornare nella sua Güssing per restarci. Ingegnere, due metri e quattro centimetri d’altezza, ex giocatore della nazionale austriaca di basket, voce cavernosa e modi affabili, era animato da intenzioni semplici e nobilissime: «Bisognava dare una prospettiva alle nuove generazioni – ci spiega – creare ricchezza, farsi venire in mente qualcosa, qualsiasi cosa».

Assunto come tecnico comunale, si accorse che l’amministrazione spendeva oltre 6 milioni di euro per acquistare combustibili fossili dalla Russia e dall’Arabia Saudita. Una cifra considerevole per un centro così piccolo, che saliva a 36 milioni prendendo in considerazione tutto il distretto. «Era una ferita – dice Koch – da cui scorreva sempre sangue. Serviva un sistema che consentisse a quei soldi di rimanere all’interno». Era il 1991, e il primo passo fu quello di risparmiare il più possibile: l’illuminazione stradale venne ottimizzata, gli edifici pubblici furono isolati termicamente e lo stesso si fece con quelli privati del centro storico. In questo modo gli sprechi erano già stati ridotti del 50%.

Ancora non bastava, occorreva concentrarsi sulla produzione diretta. Venne aperto il Centro europeo per le energie rinnovabili, di cui Koch fu nominato managing director, e con l’aiuto dei fondi comunitari iniziò la ricerca. «È stato difficile all’inizio – racconta l’ingegnere – abbiamo dovuto convincere la popolazione a fidarsi di noi e chiamare a raccolta molti esperti per studiare un modello applicabile a queste aree, al tipo di materie prime disponibili». Grazie al flusso in entrata di cervelli, dopo una serie di esperimenti non sempre riusciti, si è arrivati alla costruzione di una centrale elettrica a biomasse, di impianti fotovoltaici e di biogas, oltre a una sterminata selva di cavi e di tubi che, a partire dal 2001, hanno reso Güssing autosufficiente. Di più: per merito di una speciale tecnologia sviluppata dall’Università di Vienna, le emissioni di biossido di carbonio sono diminuite del 93%, mentre la qualità della vita degli abitanti è salita in maniera proporzionale, anche in termini di ricchezza, visto che ogni famiglia spende in media solo 3.600 euro l’anno per tutto il «pacchetto energia». Col tempo sono arrivati i posti di lavoro: circa 1.500 quelli creati dalle 60 nuove aziende impegnate nella produzione di parquet, nell’essiccazione del legno e, naturalmente, nella fornitura in larga scala di energia pulita, tra cui spicca la prima fabbrica fotovoltaica dell’Austria.

Il deserto mancato del Burgenland ora brulica di ottime idee e di volti giovani, gli stessi che ogni giorno frequentano i corsi di energia alternativa del nuovo liceo locale. Gli hanno dato un nome carico di suggestioni, «Scuola solare», e l’hanno reso estremamente appetibile: chi lo frequenta e decide di terminare gli studi al Politecnico di Vienna, al ritorno ha la garanzia di un’occupazione. La piazza principale, inoltre, si è riempita di locali e di negozi, sostenuti da un benessere che fa capolino da ogni angolo. Dai balconi curati e pieni di fiori come dalle strade lucide, che odorano di asfalto fresco. Sarà perché l’elettricità in surplus viene venduta e frutta al Comune 13 milioni di euro l’anno, oppure perché l’inguaribile ottimismo di Reinhard Koch pare avere contagiato anche i suoi concittadini. Lui non vuole fermarsi qui e ha già chiari in testa i prossimi obiettivi: rendere autonomo l’intero distretto entro il 2015, creando un valore aggiunto complessivo pari a 39 milioni di euro, e divulgare il più possibile, esportandolo all’estero, il modello Güssing.

In più l’ingegnere ha deciso di puntare forte sulla gassificazione termica e biologica, concentrandosi sulla produzione di carburanti liquidi a partire dal cippato di legno. Un processo da cui è possibile ricavare benzina e diesel e che al momento necessita di essere perfezionato in laboratorio, ma che porterà, in tempi brevi, alla costruzione di un impianto in piena regola. Anche questo, è scontato, sorgerà nei dintorni di Güssing, dove ormai ogni settimana arrivano da tutto il mondo decine di esperti e di curiosi per capire cosa ha reso possibile questo piccolo miracolo. Ad accoglierli, oltre alla figura severa del castello che domina la valle, c’è la sagoma di un’enorme goccia verde, il simbolo di un’idea che, da sola, ha riscritto il destino d’un pezzetto d’Europa.



ORSI
di Andrea Bersani



IL PIANO ABUSI
di Gianni Allegra


FANTAPENSIERI
di Bucnic



PRIVATIZZATION
di Carlo Squillante



RAPPORTI ALIMENTARI
di Bandanas



CHINATUBE
di Rocco Grieco



LAVORI MANUALI
di Bandanas



MILLANTATA GENESI
di Francesco Raucea



STUPRO
di Francesco Raucea