martedì 31 maggio 2016

Numero 2580 Gioia e ricchezze


da ENRICO BERTUCCIOLI
Il ricco cardinalone



COMUNICATO n° 4
Riprendo il discorso sulla migrazione dopo una breve vacanza trascorsa in un luogo di grande bellezza. Una vera intricatissima foresta di lecci, lentischi, corbezzoli, cisti, pini di Aleppo parte dal limitare degli oliveti per arrivare ad affacciarsi al bordo della vertiginosa falesia a picco su un mare di una limpidezza caraibica. In mezzo alla foresta, anticipato da un vistoso cartellone, trovi un ameno villaggio. Molto turistico, ben architettato, con casette bianchissime punteggiate da ortensie colorate, vistosi cespugli di bignonie, esplosivi ciuffi di bouganville. Bellezza allo stato puro, che la gente si gode da maggio a settembre lasciandolo poi, per il resto dell'anno, a crogiolarsi al caldo sole del sud in perfetta solitudine. Vuoto e silenzioso.
Ci ho ragionato su e mi è venuta una mezza idea che, detta così, potrebbe sembrare la solita fanfaluca utopistica da riderci su senza tante storie ma che poi, riflettendoci, penso che potrebbe risolvere un sacco di problemi: a noi e alle migliaia di nostri fratelli che lasciano i loro Paesi, le loro case e i loro affetti alla ricerca di una vita quantomeno dignitosa, lontana da guerre e povertà,. Molto più degli hotspot auspicati dalla Merkel. A noi perché ci aiuterebbe a dare un senso alla retorica della solidarietà di cui siamo abbondantemente dotati, a loro perché potrebbe essere la fine delle loro tribolazioni e l'inizio di una nuova esistenza. Ci sono altri reciproci vantaggi, ma ne parleremo in seguito perché aprono scenari forse troppo vasti per poter essere compresi senza le necessarie premesse.
Villaggi come quello che mi ha ospitato durante la mia breve vacanza ce n'è a bizzeffe dalla punta di Leuca fin su al confine con la Croazia per parlare solo della costa adriatica ma ce ne sono altrettanti tra costa ionica e tirrenica, tutti in grado di ospitare da domattina centinaia di migliaia di persone, dotati come sono di tutto ciò che il nostro modo di vivere ritiene indispensabile.
Sento la prima bordata di obiezioni: " Ma tu sei matto! Sai come ce le conciano?" e poi " no,no io la mia casa la voglio a mia disposizione quando mi gira di andarci!"
Terza bordata: ( questa viene dai leghisti ) " Eh no, caro mio! E poi quelli chi li schioda più di là!"
Posso capire, ma se l'organizzazione che si occupa di dare assistenza ai migranti-un'organizzazione ci vorrà per forza - fa da garante del ripristino perfetto del bene concesso , la sua manutenzione potrebbe addirittura rappresentare un vantaggio!
In questo senso un altro aspetto positivo sarebbe l'avviamento ad attività professionali di servizio dei migranti meno dotati di precedente formazione che utilizzerebbero l'opportunità di imparare un mestiere legato alla manutenzione del villaggio che li ospita e ai quali, al termine, verrebbe rilasciato una sorta di diploma di qualificazione professionale di valore internazionale.
Quanto poi a riavere indietro il bene sapete tutti benissimo che la maggior parte dei migranti aspira a trasferirsi in Germania, in Svezia, in Francia e solo una piccola minoranza pensa di rimanere qui in Italia dove, nel corso del periodo di - diciamo - adattamento all'Europa, si procede alla identificazione e alla destinazione definitiva della migrazione, famiglia per famiglia, migrante per migrante e questo ci permette di avere per ciascuno di essi una posizione ben chiara e definitiva.
Cominciamo col lasciar perdere la distinzione tra clandestini e profughi che troppo spesso è troppo sottile per rappresentare il discrimine tra chi può essere accettato e chi no.
Selezioniamo invece le persone colte, laureati e diplomati, non con spirito di classe ma perché sono funzionali al nostro progetto in quanto utilizzeremo le loro competenze per organizzare gli altri. Tra questi ultimi selezioniamo le professionalità e le abilità che sono in grado di esprimere e utilizziamoli per attuare i servizi.
Gli altri ancora dotiamoli delle conoscenze necessarie ad affrontare la nuova vita che li attende: lingua, usanze, leggi, consuetudini del Paese a cui aspirano.
" Ok, va bene, ma io cosa ci guadagno?"
Beh, intanto si potrebbe fare che chi mette a disposizione la sua seconda casa per sistemare le posizioni dei migranti, non viene tassato per il suo possesso...
Ohibò la cosa comincia a farsi interessante!
Però, chi compensa una perdita così pesante di tributi?
Qui entra in campo la solidarietà europea che risarcisce lo Stato che rinuncia a quell'introito con risorse tipo Solidarity Easing..
Quello che mi preme di sottolineare a questo punto è che saranno i migranti stessi a organizzarsi all'interno di un Regolamento concordato con loro stessi. Pertanto non si tratterà di assistenzialismo ma di riorganizzazione.
Come abbiamo già detto i migranti sono esseri umani. Come noi. Può sembrare strano ma è una percezione che stenta a farsi varco nelle nostre menti. Abbiamo la tendenza a identificarli con numeri, come merci, come oggetti e ci sfugge che siamo testimoni di un fenomeno epocale, di dimensioni bibliche, di un rimescolamento di umanità e di culture che cambierà per sempre il corso della storia. Se noi cominciassimo a vederli come tali, se noi ci vedessimo nei loro panni, nelle loro aspettative, nelle loro sofferenze, forse riusciremmo ad avere nei loro confronti un atteggiamento finalmente umano. Uomini, donne, vecchi, bambini non quote! Non numeri, caro signor Orban! Non frontiere, non muri, non fili spinati, non eserciti! Ma case, cibo, ospitalità, calore umano! Certo, caro signor Renzi, bisogna per prima cosa agire all'origine, nei loro Paesi per favorire democrazia e benessere ma…non sarà uno spostare il problema in là nel tempo e nello spazio ( come è sua tattica abituale ) per evitare di impegnarsi ora, subito, a mettere in sicurezza le vite dei fuggiaschi e dare loro l'accoglienza che vorremmo che fosse data a noi stessi se fossimo mai nelle loro condizioni!?
Cazzo! Quest'ultima frase sembra tratta dal Vangelo. Ricordate? " Ama il prossimo tuo come te stesso". Non mi starò mica montando la testa?
Per stare sul concreto però mi sento di dire che se chi governa ha un minimo di senso della storia può prendere decisioni autonome, non necessariamente concordate con altri Stati, tendenti a offrire il proprio personale contributo non tanto alla soluzione di un così epocale problema quanto al suo svolgersi nel modo più armonioso e più consono al livello di civiltà culturale di cui andiamo tanto vociferando.
Ecco un ruolo che può ritagliarsi il nostro Paese senza dover chiedere niente a nessuno se non il recupero da parte dell'Europa della tassazione sospesa sulle seconde case.
Mettere pertanto gratuitamente le inutili unità abitative destinate ai pochi giorni delle nostre vacanze a disposizione di chi fugge dalle guerre, dalle dittature, dalle povertà è semplicemente doveroso e chi governa dovrebbe facilitare tale percorso. ( mi verrebbe da dire: a cominciare dai vari Castelgandolfo, Castelporziano, San Rossore e quant'altro, ma non voglio aprire una inutile polemica ). Certo dovremo avere la garanzia di poter rientrare in possesso del bene per il periodo di nostro interesse, di riavere il bene nelle stesse condizioni in cui si trovava quando lo si è temporaneamente ceduto, che il costo delle utenze vada a carico pubblico e poi tutte le garanzie possibili e immaginabili che a me non vengono in mente ma che voi saprete certamente ben richiedere e chiudo con un'ultima ripetizione: attenzione! Stiamo scrivendo una pagina di storia, analoga a quelle descritte dalla Bibbia e dalla storia dell'uomo: L'Uomo ha sempre migrato, fin da quando era ancora un australopiteco e ogni volta che l'ha fatto l'umanità ha fatto un passo in avanti. Pensiamoci. Ora quel passo tocca a noi.