Fondi, 30 giugno
A Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio dei Ministri
All’on. Claudio Scajola
Ministro dello Sviluppo Economico
All’on. Paolo Bonaiuti
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Delegato all’Informazione, Comunicazione ed Editoria
All’on.Roberto Maroni
Ministro dell’Interno
Oggetto: TG1 criminalizza Fondi e il Mof/Nota del Sindaco.
C’è veramente da restare esterrefatti di fronte alle modalità e al contenuto del servizio reso da un giornalista del TG1 delle ore 20.00 sabato 27 giugno scorso e riproposto nella mattinata di domenica 28 giugno 2009, che ha suscitato legittime reazioni di dissenso e di protesta da parte dei cittadini.
E’ da evidenziare che RAI UNO è di proprietà pubblica, pagata e sostenuta dal canone a carico dei cittadini e per questo ha il dovere di assicurare un’informazione del tutto imparziale, libera da condizionamenti di parte.
Nell’ambito di un servizio di cronaca riguardante la confisca di beni al clan dei Bardellino, la Città di Fondi, che nulla ha a che vedere con tali vicende, viene artatamente inserita nella notizia e ingiustificatamente vilipesa e colpita nella sua identità, e il Mof (Mercato Ortofrutticolo di Fondi)è descritto come luogo in cui la “contrattazione commerciale avviene per contanti”. Trattasi di un’affermazione di una gravità inusitata, assolutamente priva di ogni fondamento, tendente ad ipotizzare lo scambio delle merci come affare illecito, determinato e controllato da personaggi delinquenziali. Chi opera e frequenta il MOF non può non restare allibito di fronte alle lesive affermazioni del giornalista Gaeta.
Viene riproposta ormai da tempo risalente un’attività informativa che di fatto si traduce in danni rilevanti di immagine, di ordine morale e di natura economica alla Città di Fondi e al Mof, che costituisce uno dei centri vitali dell’economia locale, comprensoriale. E’ irresponsabile accreditare il Mof come una realtà dominata dalla mafia allorquando la totalità degli operatori svolge il proprio lavoro libero da qualsiasi tipo di condizionamento. Indicativo fu lo sciopero generale promosso dagli operatori agricoli e commerciali per protestare fermamente contro una sistematica campagna di stampa tendente ad accomunare il Mof a specifici fatti collaterali oggetto d’indagine giudiziaria.
A fronte di un meritevole lavoro svolto dagli organi investigativi e dalla Magistratura nell’individuare e colpire i diretti responsabili di atti criminosi, si pone in essere da parte di alcuni organi un’attività di informazione e di comunicazione che configura l’intero “sistema Mof” coinvolto in fatti illeciti. Eppoi, rappresentare e configurare il dominio della malavita sul Mof significa ignorare che lo stesso è un Ente economico che vede la maggioranza dei soci rappresentata dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Latina, dal Comune di Fondi, dalla Camera di Commercio di Latina.
La legittima e sacrosanta contestazione non è pertanto sul diritto di cronaca, ma si concentra sullo stravolgimento, sulla deformazione della notizia che produce danni materiali e morali incalcolabili. Inoltre occorre evidenziare che da sempre gli stessi organi dirigenti dell’Ente e gli operatori esercitano un’azione di prevenzione e di collaborazione con le Autorità preposte, con le Forze dell’ordine, consapevoli della necessità di arginare ogni forma di contaminazione delinquenziale, a tutela dell’immagine, della moralità e del buon nome della struttura commerciale e di una intera classe mercantile che ha fatto scuola nel panorama comprensoriale e nazionale.
Né il sottoscritto nella sua veste di Sindaco, né l’intera classe di governo cittadino, nessuno dei componenti del Consiglio comunale, a far inizio dal suo Presidente, ha giammai sottovalutato la gravità e la pericolosità di tentativi di infiltrazione malavitosa. La consapevolezza di amministrare una città dalle notevoli risorse socio-economiche, di interesse commerciale, di rilievo turistico, che tra l’altro è situata al centro delle due grandi arre metropolitane romana e campana, ci induce ad innalzare il livello dell’attenzione, della prevenzione nell’esercizio dell’attività amministrativa fondata sulla trasparenza, sul rafforzamento del processo democratico e partecipato, di concerto con una doverosa e proficua collaborazione con le Forze e gli Organi investigativi e di vigilanza, con la Magistratura, onde impedire e recidere alla fonte ogni possibilità di intreccio della criminalità con aree di inefficienza e comportamenti conniventi;
La gravità della notizia trasmessa dal TG nazionale raggiunge il suo apice allorquando il giornalista afferma espressamente che “L’avanzata dei clan ormai è riferita anche alla Città di Fondi, il cui Consiglio comunale sarà sciolto nei prossimi giorni”, in aperta violazione dei più elementari principi sanciti dalla Carta dei doveri del giornalista, della verità sostanziale dei fatti. Si è al cospetto di un’informazione, di un supposto diritto di cronaca e/o anche di critica che prevarica requisiti rigorosi quali: la verità, l’interesse pubblico, la continenza formale (requisito che attiene alle modalità di comunicazione della notizia, che nel caso del mezzo televisivo assume rilevanza maggiore, disponendo di tecniche di suggestione molto più sofisticate rispetto alla carta stampata).
La più sfacciata ed impudente parzialità informativa del giornalista in questione è mostrata altresì dal dare per certa una decisione assai delicata, riguardante il più alto organismo di democrazia rappresentativa di un comune, allorquando detta decisione non è ancora stata presa e formalizzata essendo all’esame del Consiglio dei Ministri.
Emerge una conclamata irriverenza ed una sfrontata violazione del rispetto degli organismi istituzionali nell’accreditare e nel dare per scontati atti di governo ancora in corso di esame e la cui adozione potrebbe avere segno del tutto opposto a quello comunicato. Quale credibilità e autorevolezza può avere tale fonte informativa?
Di tale gravissimo episodio che costituisce l’ulteriore tassello di una campagna di disinformazione e di indubbia lesione nei confronti della Città di Fondi, lo stesso Consiglio dei Ministri dovrebbe farsene contezza al momento del suo pronunciamento sulla vicenda del Consiglio comunale di Fondi.
Il diritto alla libertà d’informazione prevista dall’art. 21 Cost. per taluni giornalisti diviene una sorta di paravento per propalare, invece, fatti, vicende e notizie non connotate da inoppugnabili elementi di verità, ma piegate a logiche aberranti di conflittualità e scopi strumentali di cinico scontro di potere politico.
Che un organo di rilievo nazionale qual è il TG1 possa declinare l’esercizio della libertà di espressione e di informazione a tale infimo livello, suscita doverosa preoccupazione in chi crede nel requisito importante della verità dei fatti e dovrebbe di conseguenza allarmare gli organi di indirizzo e di vigilanza del ministero di competenza.
La vera lotta alla mafia e alla criminalità organizzata non trova certamente supporto e beneficio da parte di operatori dell’informazione di tal fatta, che rispondono esclusivamente a logiche e a interessi di parte ed il cui obiettivo si traduce in termini di gravissimi danni di varia natura alle istituzioni pubbliche nonché ai privati cittadini, privandoli oltretutto del sacrosanto diritto alla verità dei fatti, quale condizione essenziale per esercitare la sovranità popolare (art.1 Cost.).
Alle SSLL sono riservate le valutazioni e i conseguenti provvedimenti del caso.
Distinti saluti.
Fondi, 30 giugno 2009
Luigi Parisella, Sindaco di Fondi
Pochi giorni dopo una nuova ondata di arresti ha travolto la cittadina del sud pontino, portando in carcere un ex assessore comunale di Forza Italia, Riccardo Izzi, e ai domiciliari il comandante e il vice comandante della polizia municipale e i due dirigenti del settore bilancio e lavori pubblici del Comune di Fondi costringendo il sindaco ad un meno agguerrito atteggiamento:
Fondi LUNEDÌ 06 LUGLIO 2009 18:03
«Tuteleremo l'amministrazione
comunale con eventuali sospensioni delle persone coinvolte e con una costituzione di parte civile del Comune. Ci sono due filoni - dichiara Parisella - Uno riguarda reati contro la pubblica amministrazione, per i quali avevamo già deciso una costituzione di parte civile del Comune. L'altro una presunta associazione mafiosa che coinvolge gli operatori del Mof, ma non conosciamo ancora quali siano le contestazioni e per quanto riguarda i dipendenti dell'amministrazione aspettiamo di conoscere le accuse. Una delibera di giunta emanata oggi predispone intanto atti per la tutela dell'amministrazione e l'eventuale sospensione delle persone coinvolte». Il sindaco precisa però che l'inchiesta della Dda di Roma e la richiesta di scioglimento del consiglio comunale di Fondi, avanzata da un anno dal prefetto di Latina Bruno Frattasi, «pur con alcuni aspetti comuni, restano due cose non legate tra loro». «Le dichiarazioni degli avversari politici - conclude Parisella - sono solo strumentalizzazioni che dimostrano come il caso sia diventato una guerra politica».