domenica 29 maggio 2016

Numero 2578 La retta via

da UGO SAJINI

Ottimismo della volontà


da L'ASINO

Comunicato n° 2

Parliamo di immigrazione. Parliamone seriamente. La prima cosa che salta agli occhi è l'impreparazione della gente che governa il mondo. Ma come? Ci troviamo a essere protagonisti di uno dei più importanti e interessanti fenomeni che abbiano mai interessato l'umanità da quando ha aperto gli occhi su questo pianeta e stiamo lì a frignare che ci invadono, che rubano il lavoro e il pane, dove li mettiamo, chi se li prende, alziamo muri e fili spinati, ce li contrattiamo come se fossero bestie " tanti a me tanti a te, sì però in cambio mi dai dei soldi..." ma stiamo scherzando? Con quale diritto andiamo affermando che questa terra è mia, i miei confini sono questi, tu stattene a casa tua come se l'intera storia dell'umanità non fosse una storia di migrazioni a cominciare dalla piccola Lucy che dall'Etiopia, in cui era nata, ha iniziato l'emigrazione che ha popolato l'intera terra. Ha forse dovuto chiedere il permesso a qualcuno? Certamente no: l'intero pianeta era a sua disposizione. E quegli asiatici che hanno popolato l'intero continente americano hanno forse dovuto esibire il passaporto? No. Il pianeta è nostro, TUTTO. Da amministrare con saggezza e generosità. Non può esistere qualcuno che, in nome di un diritto di proprietà tutto da dimostrare ti chiude la posta in faccia e ti rispedisce a casa con moglie, figli, masserizie. I migranti che rappresentano la nostra più grande ricchezza, l'iniezione di nuova linfa nelle nostre culture, non sono forse un patrimonio che è patrimonio di tutti noi? Rifiutarlo è un gesto bestiale!



sabato 28 maggio 2016

Numero 2577 Spaghetti alle gondole

da PARIDE PUGLIA

Sprofondati in basso


venerdì 27 maggio 2016

Numero 2576 Buchi


da GIULIANO

Fango



da ZAZA

La presa della subbosta


da ENRICO BERTUCCIOLI

Schiforme



Spauracchioso


mercoledì 25 maggio 2016

Numero 2575 Ad Memoriam


da PARIDE PUGLIA

Ripresa postuma


da l'ASINO

COMUNICATO n° 1
Siamo ormai tra le mani di una banda di stronzi che ci usa come se fossimo plastilina per forgiare i loro personali interessi. Questo mi costringe a tornare anche su Facebook, di cui avverto peraltro tutta l'inutilità, ma che almeno mi consente di sfogare la rabbia che mi matura in corpo. L'uomo slogan, quello che campa di frasi fatte, di spot e di minacce deve essere abbattuto con ogni mezzo legale e questi  miei comunicati, presenti anche su Facebook, sono redatti a questo fine.