sabato 19 marzo 2016

Numero 2536 Guerre innocenti


I bambini giocano alla guerra.
E'' raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai "pum" e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E' la guerra.
C'è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

Bertold Brecht



Boccioni - Carica di cavalleria

venerdì 18 marzo 2016

Numero 2535 Il ritorno del combattente

Riceviamo da Enrico Bertuccioli questa bella poesia: Dopo Domani


(Tom Waits/ Kathleen Brennan)
Traduzione a cura di Lorenzo Masetti, pubblicata sul sito Canzoni contro la guerra
“Ho ricevuto la tua lettera, oggi
e mi manchi tanto, quaggiù
non posso aspettare per vederti
e conto i giorni, cara
credo ancora che ci sia l’oro
alla fine del mondo
e tornerò a casa nell’Illinois dopodomani
È così dura ed è così freddo qui
e sono stanco di prendere ordini
e mi manca la vecchia città di Rockfrod
al confine con il Wisconsin
ma mi manca, non ci crederai
anche spalare la neve e rastrellare le foglie
e il mio aereo toccherà terra dopodomani
Chiudo gli occhi ogni notte
e sogno di poterti stringere
ci riempono di bugie
a cui tutti credono
su cosa significa essere un soldato
ancora non so cosa dovrei provare
per il sangue che è stato versato
e voglia Dio, sul suo trono
riportarmi a casa dopodomani
Non puoi negare che dall’altra parte
non vogliono morire
più di quanto lo vogliamo noi
quello che sto cercando di dire è
loro non pregano

lo stesso Dio che preghiamo noi?
Dimmi, come fa Dio a scegliere?
Di chi rifiuta le preghiere?
Chi gira la ruota?
E chi lancia i dadi dopodomani?
Non sto combattendo per la giustizia
non sto combattendo per la libertà
sto combattendo per la mia vita
e per un altro giorno qui al mondo
faccio solo ciò che mi hanno detto
siamo solo ghiaia sulla strada
e solo quelli fortunati
tornano a casa dopodomani
E l’estate anch’essa svanirà
e lascerà il posto al gelo dell’inverno, cara
e so che anche noi siamo fatti
di tutte le cose che abbiamo perso qui
avrò ventuno anni oggi
ho messo da parte tutta la mia paga

ed il mio aereo toccherà terra dopodomani
ed il mio aereo toccherà terra dopodomani”

da ENIO LISI

Pablo Picasso


PARIDE PUGLIA
Meloni elettorali





giovedì 17 marzo 2016

Numero 2534 Non più cadaveri dei soldati

De André - Papaveri rossi

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.


da ENRICO BERTUCCIOLI

Una guerra tira l'altra


da PARIDE PUGLIA

Un sorriso, di quando in quando


mercoledì 16 marzo 2016

Numero 2533 Il gioco della guerra


Sono una creatura di GIUSEPPE UNGARETTI


così fredda,
così dura,
così prosciugata,
così refrattaria,
così totalmente disanimata.
Come questa pietra 
e il mio pianto
che non si vede.
La morte,
si sconta
vivendo.

Videogiochi di guerra


da ENRICO BERTUCCIOLI

Cazzotti pedagogici


Bollettino dei morti

Bruxelles, sparatoria durante una perquisizione legata a strage di Parigi. Morto uno dei presunti terroristi