domenica 18 maggio 2008

CONTROPROPOSTE DELL' ASINO

- L' ASINO CONTROPROPONE, ALLE STUPIDAGGINI DI MARGHERITA BONIVER, L'ESERCITO DELLA PACE, DIVISIONE RIFIUTI: 50.000 VOLONTARI PER PROCEDERE ALL' IMMEDIATA DIVISIONE DEI RIFIUTI NAPOLETANI IN VETRO, FERRO, LEGNO, PLASTICA E ORGANICO DA AVVIARE ALLE RISPETTIVE DISCARICHE O TERMOVALORIZZATORI ( vedi modalità nei numeri precedenti )
- LANCIO SUL TERRITORIO NAZIONALE DELL' INIZIATIVA " ADOTTA UN METRO QUADRATO DI TERRITORIO NAPOLETANO DA BONIFICARE". 

GRANDE SENSO DELLA DIGNITA' DELLO STATO

L' INCULCIO

ALL' INTERNO DEL  GRANDE PROCESSO DI SEMPLIFICAZIONE IN ATTO NEL PAESE, ALL' ORMAI CONSUNTO USO DELL' INCIUCIO E' STATO SOSTITUITO IL PIU' MODERNO RITO DELL'INCULCIO CHE FUNZIONA COSI': LA MAGGIORANZA INCULA L'OPPOSIZIONE, OPPOSIZIONE E LA MAGGIORANZA DI COMUNE ACCORDO INCULANO IL PAESE. I RISULTATI, OTTENUTI IN APPENA TRENTACINQUE MINUTI, SONO SORPRENDENTI

RIFLESSIONE SULLA SICUREZZA a cura di Fabio Norcini



La sicurezza è un bisogno essenziale dell’anima. Sicurezza vuol dire che l’anima non si trovi sotto il peso della paura o del terrore, tranne che per un concorso di circostanze accidentali e per rari e brevi momenti. La paura o il terrore, come durevoli stati d’animo, sono veleni quasi mortali, siano essi provocati dalla possibilità di rimanere disoccupati, o dalla repressione della polizia, o dalla presenza di un invasore straniero, o dall’attesa di una probabile invasione, o da qualsiasi altra sventura che paia superare le forze umane.

   I signori romani esponevano una sferza nei loro vestiboli perché fosse scorta dagli schiavi, sapendo che quella vista portava le anime ad una condizione di semimorte, indispensabile alla schiavitù. E inversamente, secondo gli egiziani, il giusto deve poter dire dopo la morte: «Non ho fatto paura a nessuno».

   Anche se la paura continua è appena una condizione latente, sì che solo di rado venga sentita come sofferenza, è pur sempre una malattia. E’ una emiplegia dell’anima.


Simone Weil “La prima radice”, prima edizione a cura di Albert Camus, Parigi, Gallimard, 1949. trad. Franco Fortini, SE, Milano, 1990, p.39