lunedì 16 novembre 2009

Buongiorno Italia dall' Asino

RAGLI&BELATI

di Zacc e Bélina


LA SINISTRA


Zacc -   Hanno preso il n° 2 della mafia

Bélina- Tutta colpa dei magistrati e dei poliziotti di sinistra


BENVENUTI NELLA SLOW ECONOMY

di Dario Olivero ( dal Repubblica.it di oggi )



16

NOV

2009


Esempio numero uno. Sono fermo in coda in tangenziale. Io e migliaia di altre automobili. Bloccati. Stiamo facendo tardi al lavoro, i nostri appuntamenti stanno saltando, contiamo nella nostra mente i giorni di vita che passiamo in queste condizioni. Risultato in termini macroeconomici: sto consumando benzina, ho pagato il biglietto in autostrada. Il Pil, Prodotto interno lordo, ha un incremento. Esempio numero due. Sono un neolaureato, ho davanti a me due strade: fare l’insegnante perché lo sento come una missione oppure andare a lavorare in una banca d’affari o come trader. Se scelgo la seconda strada, i guadagni che otterrò e farò ottenere alla mia società incideranno molto di più sul Pil rispetto a uno stipendio statale da insegnante. Risultato: è meglio in termini macroeconomici vendere prodotti finanziari che insegnare filosofia, storia o diritto ai cittadini di domani. Insomma, secondo i criteri di valutazione correnti, la qualità della vita individuale oppure le scelte che possono incedere sulla collettività e cambiare in meglio la società sono al di là di ogni ragionevole buon senso. Meglio chiusi in macchina in tangenziale. Meglio guadagnare tanto e rinunciare a ogni ideale e forse alla propria felicità.

E’ stata chiamata “dittatura del Pil”. L’Europa, la Francia soprattutto, stanno correndo ai ripari poiché hanno capito che i parametri per misurare la qualità della vita di una nazione non può essere demandata a meri fattori economici. E’ nato il Fil, Felicità interna lorda. E’ un’idea orientale. E’ nata nel Bhutan, primo Stato a introdurre questa rivoluzione. Questo è il punto di partenza per parlare del nuovo libro di Federico Rampini, Slow Economy. Da San Francisco a Pechino e ora a New York, Rampini negli ultimi anni ha lavorato per Repubblica a stretto contatto con le due superpotenze, quella americana, ormai una signora in preda a una profonda crisi di mezza età e quella cinese, millenaria ma rinata a nuova adolescenza dopo l’ingresso nel mercato. In questo mondo anfibio, è più facile vedere sotto la patina – di pregiudizio, timore e manicheismo – che avvolge i Paesi asiatici emergenti, le cose che possono essere prese a modello per una società occidentale sempre più affaticata.

Quali? Torniamo all’esempio del traffico. Quante volte è capitato nelle città americane si vedere sfrecciare accanto ai taxi incolonnati, biciclette-calesse guidati da ragazzi e ragazze in forma smagliante che portano uno o due passeggeri a destinazione lasciando gli altri nelle loro lamiere? Anche quella dei risciò è un’idea orientale. Prima era simbolo di sfruttamento coloniale, trapiantata in America è diventata un’altra cosa: risparmio, velocità, emissioni zero, stress zero. In altre parole, esiste in Oriente un modello di sviluppo che, nonostante la furia del neocapitalismo e l’ansia di un Paese che non ancora sconfitto la povertà di massa, ha in sé fattori molto diversi dal modello occidentale che in questi ultimi anni ha mostrato tutte le sue falle dalle bolle esplose, ai titoli tossici, ai superbonus di banchieri colpevoli di aver lasciato sul lastrico milioni di persone, alla distruzione dell’ambiente, alla demolizione sistematica dei diritti del lavoro e del welfare.

Esiste una new green economy che parla cinese, nonostante Kyoto e nonostante la corsa di Pechino al petrolio. Esiste un tipo di consumo che l’Occidente sta riscoprendo a causa della crisi che è frugale, nonostante il Made in China viva sul nostro consumismo. Esiste in tutta l’Asia un’idea di futuro che è ottimista, nonostante i gravi problemi di povertà e malnutrizione ancora aperti. Esiste un modo giapponese di affrontare il mercato del lavoro che dimostra che nel paese più tecnologico del mondo la manodopera aumenta anziché essere sostituita dalle macchine. Tutto questo è Slow, ma non è lento per niente. Succede, succederà, sta succedendo.

Si intitola Slow Economy di Federico Rampini (Mondadori, 17 euro)


L' Asino non è completamente allineato alle posizioni descritte da Federico Rampini (ancora troppa puzza di capitalismo ) ma c' è molto vicino.


IMPEACHEMENT
di Luca De Santis


Checcavolo, tutte le volte che arrivGiustificao ad una cassa, la stessa scena...non so

più dove metterle tutte 'ste tesserine...tessera sconto, tessera socio,

tessera fedeltà...che poi non è che le chiedi tu, è che te le danno

comunque, anche se non le vuoi e alla fine ti ritrovi le tasche piene di

rettangolini di plastica, che poi manco te lo ricordi a cosa servivano.

Vediamo un po'...qui ce n'è una rossa...mmmm, mi sa che è scaduta...e sì:

"scadenza il 12/11/89"...ah, ecco, questa è quella nuova...tutta verde con

un angolino rosso, e sì, è più moderna...a che è che serve?...allora

vediamo...diritti di qua...diritti di là...parità dei clienti...opzione

multiculturale...bello, bello, interessante...aspetta... cos'è questo

asterisco?..."i servizi sopra elencati non sono attivi e sono riportati solo

a titolo dimostrativo, vi ringraziamo per la fiducia accordataci"...vabbé,

ma allora era meglio la vecchia tessera, almeno ti dava il diritto di

reclamo e qualche sconto famiglia in più...neanche le tessere sono più

quelle di una volta!

Oh, questa qui poi non la volevo proprio, ma la cassiera m'ha detto che non

potevo non prenderla, che l'ha scelta la maggioranza dei clienti e che

quindi mi toccava pure a me...capito che fregatura.

Che poi lì per lì uno legge e sopra c'è scritto che ti dà diritto ad un

sacco di sconti, non paghi questo, non paghi quello, 3X2, 4x2...poi però ti

ritrovi i prezzi sugli articoli per la scuola raddoppiati, i cerotti e

l'acqua ossigenata che pare oro, i commessi ridotti al minimo e il

caporeparto che frega la roba dagli scaffali, che poi se lo fai notare ti

dicono che non è vero, che sta solo lavorando e che pensa solo al benessere

dei clienti.

Un'altra verde...una bianca...e questa nera? come c'è finita nel mio

portafoglio?....mmmm...ecco l'arcano, me l'hanno data insieme a quella

azzurra, anche questa non se ne poteva fare a meno...era in "bundle"...


NONCISONOPIU'
di Andrea Bersani


RAGLI&BELATI

di Zacc e Bélina


LA VERITA’


Zacc-  la vera preoccupazione, la grande ossessione……


Bélina – è Dell’Utri


IL NON PARLAMENTO
dal blog di Beppe Grillo di oggi

Il non-Parlamento è incostituzionale, è una finzione, non esiste. Il non-Parlamento va chiuso. E' un non-luogo in cui non-vanno i non-eletti che non-discutono le non-leggi. La Camera e il Senato sono il deserto dei Tartari. E i non-eletti ci prendono anche per il culo. Luca Barbareschi, spesso in tournée (non si è visto per il 52,95% delle sedute), afferma: “Non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico” di 23.000 euro mensili. Mavalà Ghedini scomparso 3.564 volte su 4.789 (74.42% di assenze), tallonato da Massimo D'Alema: 3.294 su 4.789 (68.78% di assenze). Non va dimenticata Emma Bonino che detiene la leadership di assenza in Senato: 2.099 su 2.725 (77.03% di assenze) (dati da openpolis.it). Il non-parlamentare non-eletto continua a farsi i cazzi suoi per tutta la legislatura e può percepire un doppio stipendio dopo essere stato promosso dal capo in Parlamento. Come l'insuperato Lurch Ghedini rastrellatore di parcelle private e dei soldi da deputato.
Il non-Parlamento è un non-luogo perché non ci sono i non-parlamentari. Nessun cittadino ha eletto nessuno. Quelli che non si aggirano sono stati assunti dallo psiconano, da Topo Gigio Veltroni, da Casini. Sono non-parlamentari. Non parlano mai, prendono ordini. Premono un pulsante in aula, quando ci vanno. Questo è il loro lavoro, scimmie ammaestrate e ben pagate. Un intero non-Parlamento "nominato" da sei persone. La legge elettorale che nega il voto di preferenza ha trasformato l'Italia in una oligarchia. Nessun partito la mette più in discussione. I loro problemi giudiziari, chiamati riforma della giustizia, sono più importanti del ripristino delle regole democratiche. Non hanno neppure il pudore di sospendere Cosentino da sottosegretario all'economia. Un intero Paese è in loro ostaggio.
Il non-Parlamento non è neppure in grado di discutere non-leggi. Approva solo decreti su decreti. I decreti di Testa d'Asfalto. Sono decreti governativi con la correzione espresso del Pdmenoelle che li approva con la non-presenza in aula come è avvenuto per lo Scudo Fiscale. Il Senato in due anni non ha trovato il tempo di discutere la legge popolare "Parlamento Pulito" legittimata da 350.000 firme. Schifani (seconda carica dello Stato, ma vi rendete conto di dove siamo arrivati?) non è interessato. E' solo un non-presidente-del-Senato con il riporto. Fini ha sospeso per dieci giorni i lavori della Camera per mancanza di copertura finanziaria delle non-leggi. Mai successo nel dopoguerra.
Mussolini minacciò di fare diventare il Parlamento un bivacco di manipoli. I partiti lo hanno trasformato in un bivacco di condannati, di ruffiani, di famigli. Chiunque abbia un minimo di dignità dovrebbe dimettersi da parlamentare. Chiunque rimane in Parlamento è complice della fine della democrazia. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

PESCATORI DI UOMINI
di Rocco Grieco


I NOSTRI CAZZI
di Umberto Romaniello