L’ORTO DEL VICINO
di GOG
Non so più se rivolgermi a voi come compagni, amici, colleghi, fratelli, cittadini o che altro. Ma poi ... a chi interessa? Qui si tratta di tutt’altra cosa. Roba grossa, mica parole o slogan. Mentre Obama coltiva zucchine e peperoni nel novello orto a “kilometro 0” della Casa Bianca, dando un preciso senso storico alla sua “missione”, una svolta impensabile fino ad un anno fa, un segnale imperdibile, prima di tutto, per dire che è possibile un altro modo di vedere le cose, e l’opportunità che questa crisi ci prospetta. Mentre accade che Serge Latouche, l’autore di “Come sopravvivere allo sviluppo” e del “Breve trattato sulla decrescita serena”. sorridendo sotto la barba condanna sornione ma senza mezze misure «il masochismo protestante, il senso del dovere, i dieci comandamenti… eccetera, eccetera ». In poche parole basta con questa cazzo di etica del lavoro, del sacrificio e della felicità basata sul consumo, che è l’esatto contrario della gioia di vivere.
Insomma mentre questa crisi ci prospetta anche esiti benefici per la salute mentale (l’unico settore che “tira” è finalmente quello della cultura nonostante i tagli) nonché per il rallentamento alla distruzione del pianeta, ebbene che succede in Italia? Il solito casino allargato alle manifestazioni populiste e destabilizzatrici che vorrebbero farci tornare al modello “consumare è bello” in cui la celebrazione del futurismo coincide con l’epifania della “libera destrutturazione” applicata alla necessità di sicurezza e di edilizia selvaggia.
Va bene così! Se vogliamo fare qualcosa di serio ... mandiamoli a fanculo! Facciamogli capire che siamo capaci di non strozzarci di consumismo. Sappiamo farne a meno. Anzi ... ci divertiamo di più. Meno centri commerciali e più orti.