Tra le buffe e singolari prassi politiche italiane c’è quella di nascondere i provvedimenti più discutibili e impresentabili all’interno di norme dal titolo inappuntabile. E sembra che anche nelle misure anticrisi si cerchi di inserire qualche riga di troppo.
Tale Maurizio Bernardo, onorevole del Popolo della libertà, si sarebbe preso infatti il disturbo di presentare un emendamento, già divenuto Lodo Bernardo, che con codici e riferimenti cifrati, punta a limitare l’azione della Corte dei Conti, mettendo in salvo una serie di soggetti (aziende municipalizzate, società a controllo pubblico…) e subordinando l’avvio di una indagine ad “una specifica e precisa notizia di danno”. Viene quindi riproposto lo schema Alfano per le intercettazioni: prima si accerta il reato e poi si inizia ad ascoltare gli indagati. Inoltre il risarcimento del danno all’iimmagine di un ente/istituzione potrebbe arrivare solo con una “sentenza irrevocabile di condanna”: prescrizione, lodi alfani e altri sotterfugi giuridici potrebbero quindi comporre un quadro interessante per qualche personaggio pubblico che potesse essere chiamato a rispondere delle sue poco istituzionali marachelle.
C’è stato un periodo in cui il premier e i suoi dipendenti paventavano un rischio mortale per tutti i cittadini italiani e per la democrazia in Italia causato dalle intercettazioni: milioni di cittadini spiati, milioni di euro spesi, etc etc. E così si sono preparati il terreno per i provvedimenti sulle intercettazioni, in modo da poter parlare in libertà quando si chiamano al cellulare. Ora probabilmente qualcuno della Corte (dei miracoli, non dei Conti) ci spiegherà che l’azione di controllo sugli sprechi degli enti pubblici è eccessiva e va regolamentata, sempre per il bene della democrazia, la tutela dei cittadini e della libertà del Popolo. ( da Polis/Blog.it )