Testamento biologico
di Mimmo Lombezzi
A Sua Eminenza Mons.Bagnasco, A Sua Eminenza Mons.Ruini, On.Roccella, On.Binetti, On.Formigoni, On.Ferrara.
Vi scrivo con una mano stretta al ferro di un termosifone e l’altra posata su 2 palle da cannone del 1800 (ebbi un bisnonno garibaldino..) .
Cio’ che evoca codesta mia lettera infatti non è affatto allegro e nello scriverla mi attanaglia vivissima strizza.
Bene, Monsignori, se – Dio non voglia e Allah nemmeno e neppure Sveti Sava protettore dei Serbi ! – se, dico “SE !”, il destino volesse ch’io fossi ridotto da malattia o da accidente come il povero Welby o l’eroico Coscioni, o
la sventurata Eluana, se domani o dopodomani restassi prigioniero di un corpo e fossi ridotto a un grumo di carne che respira solo per soffrire e far soffrire , se insomma mi fosse negato il piacere di vivere la vita nella sua interezza
e mi fosse lasciata quel che Voi chiamate “vita” e cioè mero dolore e biologia, VI PREGO : “NON OCCUPATEVI DI ME!”
Punto terzo perché sono un po’ disgustato dalle campagne politiche che sono state montate sulla pelle di Welby e ora
su quella di Eluana e attristato dal disprezzo totale della
volontà di entrambi. Tralascio ogni commento sul calvario inflitto al padre di Eluana, additato – sempre nel “massimo rispetto” – come mentitore e assassino e costretto a pellegrinare da una regione all’altra per trovare un posto
dove sua figlia possa morire.
Questo mio testamento biologico sia dunque eretto di fronte a Voi come uno scudo, come una novella, laica, Porta Pia.
Una porta che vi diffido dallo sfondare “per il mio bene”.
So bene che Voi sareste già pronti ad abbatterla lanciando a testa bassa la brutale franchezza della rocciosa Roccella che disse al padre ddi Eluana Englaro che “anche per comprare un motorino occorre un certificato”.
So bene che schiere di opinionisti neoconi o teodemi sarebbero pronti a calare come avvoltoi per salvarmi l’anima. Rispondo, sin che posso : “NO GRAZIE!”
E non vi chiedo neppure la messa dopo la mia triste dipartita.
A te, caro Ferrara chiedo da oscuro collega, di “non portarmi acqua”. Niente “Acqua per Mimmo!”.
Mi basterà invece il rito balcanico della slivovica, che consiste nello spargere grappa sulla tomba del caro estinto e di tracannarne piu’ bicchieri alla sua salute e all’animaccia sua !
Mimmo Lombezzi