oggi è il 4 novembre, giornata in cui si onorano quelli che fanno le guerre. L'Asino li festeggia così ricordando il suo pensiero sulla guerra pubblicato già qualche giorno fa:
E' straordinaria la leggerezza con cui i responsabili politici del mondo parlano dei conflitti in corso sul pianeta, di quelli già conclusi, di quelli che stanno organizzando. In sintesi il risultato è sempre ( e soltanto ) questo: milioni di esseri umani morti ammazzati, mutilati, privati dei loro beni, le loro vite stravolte, i loro mondi . E' incredibile che quei signori pensino a tutte queste sciagure come a dei semplici effetti collaterali come se sotto tutto quel sangue, tutte quelle disgrazie, tutte quelle sofferenze non ci fossero donne e uomini come loro e non numeri, soggetti indefiniti, privi di anima e di cervello da poter mandare al macero con animo leggero. E' altrettanto straordinario che quelle donne e quegli uomini accettino senza reazioni, senza ribellioni tale iniquo atteggiamento e lo considerino inevitabile fonte di eroismi, di mitologie, di epicità romanzabile. E intanto mentre mi perdo in queste considerazioni, in questo stesso momento in cui, magari, mi leggete, decine, forse centinaia di donne e uomini come me stanno morendo, mitragliati, giustiziati, saltati per aria su una mina, bombardati, fucilati, trafitti, pugnalati all'arma bianca. Chi li ha uccisi? Chi li ha massacrati? Altri esseri umani come loro: assassini autorizzati ad uccidere altri potenziali assassini. Sì, perché anche la più mite delle vittime, posta nelle condizioni di farlo, può diventare a sua volta assassino, e ladro di beni altrui con il beneplacito di tutti, talmente condiviso da arrivare a considerare " eroe" chi uccide meglio e di più. E non c'è distinzione di qualità tra assassino e assassino. Non ci sono cause migliori di altre. Chi uccideva nel nome di Hitler è assassino tale e quale a chi lo faceva nel nome di Gesù Cristo. L'uno e l'altro hanno privato un essere umano del diritto di tornare a casa dal loro compagno, dai loro figli, dalle loro passioni, dai loro svaghi, dai loro momenti di felicità: gli hanno tolto la vita! Così quando un ometto come Matteo Renzi sparacchia di essere pronto a capitanare una missione in Libia c'è da chiedersi se si rende conto di quante morti possono stare dietro a tale affermazione! Ho detto morti non bruscolini! E quando due satraponi come Putin e Obama stringono accordi di guerra contro l'Isis, possibile che non riescano a individuare nessun'altra strategia per isolare e sconfiggere quei bruti? Riusciamo, tanto per fare un esempio semplice semplice, a costruire nel giro di pochi giorni mura di filo spinato di chilometri e chilometri per bloccare l'arrivo di migranti africani, asiatici o messicani e non riusciamo a farne uno che impedisca ai tagliagole di uscire a far danni dal loro califfato? Che impedisca agli stati canaglia di rifornirli di armi e di beni di sussistenza? Il fatto è che la guerra è un affare! Mette in movimento industrie globali, favorisce la ricerca scientifica, garantisce per anni posti di lavoro e, soprattutto promuove ottime possibilità di business ai paperoni del mondo! Milioni di morti? Effetti collaterali! Distruzione di città e di infrastrutture? Ricostruiremo tutto mettendo in movimento il mercato immobiliare perché - come dice Serge Latouche - il sistema produttivo in cui siamo immersi genera ovunque le situazioni di ineguaglianza, sfruttamento e prevaricazione che hanno permesso di liberare le forze distruttive su cui è basata la società dei consumi e della crescita.
E della guerra.
Ora: fate conto che in un angolo del mondo in un bel palazzo, in un enorme salone tutto ori, poltrone e velluti un gruppetto di persone molto ben vestite, ben rasate, ben pasciute, assistito da servili valletti in guanti bianchi, si sta agitando attorno ad un enorme problema: " Inaccettabile! Lui ce l'ha più grosso!" " Cosa?" " Non importa…quel che importa è che ce l'ha più grosso e questo è imperdonabile. Prepariamoci alla lotta perché prima o poi si va allo scontro". Questa metafora del " ce l'ha più grosso" sta ad indicare semplicemente che le cause per generare un conflitto sono sempre, da che mondo è mondo, solenni cazzate, problemi inesistenti determinati sempre e soltanto da piccole velleità personali, che diventano enormi se le sai raccontare per bene, gabellate per questioni di economia, di geografia, di crescita sociale, ma fondamentalmente da incapacità, sempre personali, di risolvere controversie semplici, trasformando, per esempio, la pretesa di annettersi ghiotti territori senza chiedere il permesso a nessuno, tantomeno alle popolazioni che li abitano chiedendogli solo così, per scrupolo, se gli va meglio stare di qua o di là, di su o di giù, di sopra o di sotto. Cioè fottendosene allegramente di quel che pensa la gente, di quel che pensa Mario, tanto per fare un nome, e quelli come lui che non chiedono altro di poter fare in pace il loro lavoro e portare a casa il necessario per campare la famiglia.
da" C'est la guerre" di Ro Marcenaro pagina 10
da" C'est la guerre" di Ro Marcenaro pagina 10
da ENIO LISI
Non ci sono parole...
da PARIDE PUGLIA
Nel nome del Figlio