Un braccialettino di plastica!
Cioè...non è che mi aspettassi un Rolex, però qualcosa di più intrigante
potevano anche mettercelo in quest'uovo...chessò...un anellino in
similperltro, una bussola delle giovani marmotte, un portachiavi di Padre
Pio...no, che poi uno dice: "cosa pretendi per trentacinque euro?...vabbene,
però, caspita! Un braccialettino di plastica con l'elastico smollo.
Scommetto che le uova di Pasqua di quelli delle alte sfere non sono mica
ripieni di plasticume o pataccami...lì magari il Rolex ce lo trovi davvero.
Invidioso? No, per carità, è solo che a fare pensieri come questi, ci si
deprime un po'...cioè, quando cominci a misurare i gradini della scala
sociale con le uova di cioccolata vuol dire davvero che si sta camminando
sulle uova...e che la frittata è lì dietro l'angolo.
Ecco, per dire, le uova dei politici...quelle lì sì che c'avranno dentro
delle sorprese interessanti...già me li vedo, a farsi l'ovulazione fraterna
in transatlantico: "Oh, ma che bell'uovo, per me? Ma grazie, non ti dovevi
disturbare, tieni, questo è per te, grazie, grazie, ossequi alla
famiglia..."
A ognuno il suo...ad esempio...Bossi...mi immagino un bell'ovone di
cioccolata, rigorosamente bianca, mi sembra ovvio.
Dentro...il federalismo...tutto dorato, con la base in marmo di
Carrara...magari meglio in marmo di Verona, è già più al nord...bello, da
tenere sul caminetto e da usare solo nelle giornate di pioggia come
argomento di conversazione con gli amici: "federalismo qui, federalismo là,
eccetera, eccetera, eccetera".
Bersani...ecco Bersani...mi immagino un uovo non enorme, neanche grande,
diciamo di dimensioni mediopiccole...ma con vocazione maggioritaria, avvolto
in lucida carta rossa...almeno l'involucro...poi la sostanza sarà tutt'altra
cioccolata...dentro, una capsula di plastica, con un foglietto che dice:
"hai vinto le elezioni!"...eh! questa sì che sarebbe una sorpresa, no?
...e Berlusconi?...Grande, immenso, a due piani, mansardato con dependance
annessa ad Antigua...tutto azzurro, con la carta luccicosa piena di
paillette.
E dentro? Donne? Naaaa, troppo facile...troppo scontato...secondo me, uno
specchio, uno a uno, in modo da specchiarcisi tutto, con la scritta "Il tuo
miglior amico", per lunghe e appaganti conversazioni.
Vabbè, mi sono sfogato, ho ancora un uovo da aprire, questo è costato ancora
meno, vediamo che c'è dentro...un portachiavi di Scilipoti? Ok, è meglio il
braccialetto di plastica.
Il 25 aprile è dunque la festa di tutti gli italiani perché è la festa della Liberazione, la festa della vittoria della Resistenza antifascista. La Resistenza antifascista è dunque il fondamento del nostro essere italiani. Chi della Resistenza antifascista nega o disprezza o combatte i valori sta semplicemente minando e negando l’identità e l’appartenenza che ci fanno Patria. Patria e Resistenza antifascista sono sinonimi, fino a che l’Italia vuole restare “Repubblica italiana” e non collassare di nuovo in quella mera “espressione geografica” di cui parlava Metternich.
La Resistenza antifascista fa tutt’uno infatti con la Costituzione repubblicana, che nasce nel pieno esplodere della guerra fredda e che tuttavia custodisce l’identità comune della Nazione, al di là di uno scontro politico sempre più aspro, proprio perché radicata nell’impegno comune – fino al sacrificio della vita – cui hanno saputo dar luogo i partigiani in montagna, i militanti dei partiti clandestini nelle città, nelle carceri, in esilio.
La Resistenza antifascista, e la Costituzione che ne codifica la “buona novella” (firmata dal democristiano De Gasperi e dal comunista Terracini, ed elaborata da figure straordinarie come Calamandrei), rappresentano perciò una sorta di religione civile, di ethos comune dell’Italia democratica, nel venire meno dei quali va in pezzi la Patria stessa, e resta la nuda forza degli “spiriti animali”, le “ragioni” di chi ha più potere ed eversivamente lo esercita in una sorta di guerra civile soft. Forse l’articolo 1 va cambiato davvero: “L’Italia è una Repubblica democratica… nata dalla Resistenza antifascista, ai cui valori si ispira”.
Oggi 25 aprile, giorno della Liberazione, della vittoria della Resistenza antifascista, è Festa nazionale.Festa dell’Italia. Chi non vi partecipa toto corde è perciò contro la Patria, dell’Italia si fa nemico.
Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2011