martedì 30 dicembre 2008

30 DICEMBRE 2008, Buongiorno Italia, de l' Asino

CINQUE BAMBINE di Christian Rizzi


5 bambine son morte sepolte

dalla lor casa del campo a jabaliya

4 8 12 14 17 anni tenevan in corpo

la colpa di viver vicino a un inferno

camuffato da stato moderno

inventato nel secolo scorso

da un inglese ed ebreo protestante

riunitosi in seno al suo clero zelante

va avanti a distrugger di passo costante

ogni anno ogni anno vicino a natale

festeggiano sempre un new funerale

di poveri cristi legati alla croce

di essere nati nel posto più atroce

da quando qualcuno potente ha deciso

che sulla sabbia ci metterà il riso

olive patate pompelmi ed arance

portandosi l'acqua dal suo continente

desalinandosi l'acqua restante

c'è sempre qualcuno con aria festante

in quella israele dai figli drogati

di fede fasulla vicino al petrolio

che restano fermi alle loro trovate

decisi a tenersi quel poco di terra

ancora più fertile dopo ogni guerra





SUBITO AL LAVORO di GOG


Riprendendo il filo del discorso iniziato ieri: il premier non intende perdere tempo. Già gli prudono le mani e attende con ansia la ripresa dei lavori parlamentari per affrontare subito la questione più urgente: la crisi economica? Neanche per idea. L’emergenza è la riforma della giustizia (con particolare riguardo alla odiosa questione delle intercettazioni telefoniche, specie quelle un po’ pecorecce che lo riguardano). Bossi lo ha subito stoppato e con la consueta diplomazia e gli ha suggerito di non dire pirlate perchè la priorità ce l’ha il federalismo. Il federalismo insieme con la giustizia, ha chiosato il premier. A questo punto anche Calderoli, da molti considerato erroneamente un cicciobello-bamboccione, ha sfoderato quella sua tipica rudezza, in genere riservata a Marocchini e Rumeni, per sottolineare che in tempo di crisi bisogna limitare le menate al minimo. E persino il super-ministro super-macho Ignazio La Russa, accompagnato da un battaglione di Lancieri di Montebello, è intervenuto per suggerire di non forzare la mano, specie trattandosi di mano-morta. E il ministro Alfano? Che fa il ministro Alfano? Dopo essersi impegnato in un gravoso corso accelerato per imparare a farsi il nodo della cravatta, ha convocato una conferenza stampa e - sfoderando le sue qualità migliori che sono nell’ordine: piglio deciso, occhio da triglia e sorriso da piacione anni ’80 – ha fatto un figurone affermando che ha ragione “Il Capo”, occorre procedere velocemente alla riforma della giustizia tanto più che hanno già una bozza praticamente definitiva messa a punto da un team composto dallo stesso premier, dall’immancabile Apicella e da un noto intrattenitore radiotelevisivo, tal Licio Gelli, che voci di corridoio indicano come il successore di Bruno Vespa. Vedremo!


FRANCO FRATTINI di Ro Marcenaro




SALVE PIPOL di Ugo Furlan 


buon solstizio d'inverno a tutti,

vi mando le ultimissime dal 2008 con la speranza che vi troviate

in una situazione ottimisticamente consumistica.

Non vorrete mica far piangere il nostro povero Presidente, vero?

State attenti perché per un nonnulla è capace di piantarci in asso e andare chissà dove.

Via dall'Italia ingrata che non lo vuole come monarca, lo trascina in tribunale, lo spia al telefono,

non gli dà l'opposizione che vuole e lo approva solo al 72%...

Via.

Lontano da noi.

... e se chiedessimo al nuovo anno di esaudire questo piccolissimo desiderio?

Ci resterebbe Veltroni, il decisionista.

Yes, we can.


Porcocan.


Aspettate prima di chiedere desideri al nuovo anno.



A presto


ULTIME DA PORDENONE di Ugo Furlan

REGNO DI SARDEGNA


TURISMO DI MASSA 


SCIOGLIMENTI


TURISMO D' ELITE


LA PROTESTA



INTERCETTAZIONI


OCCASIONI DA NON PERDERE di GOG


Quasi come una eco al mio ultimo intervento (Segnali di speranza) troviamo sul “La Repubblica” di ieri (29/12) l’intervista al grande filosofo-sociologo francese Edgard Morin il quale induce a riflettere sulla straordinaria occasione che, a seguito della crisi economico-finanziaria mondiale, ci viene offerta per liberarsi dal “pensiero unico”. Nella sostanza egli ritiene che questa congiuntura, per certi versi catastrofica, può farci intravedere la possibilità di una metamorfosi “di cui la nostra civiltà ha bisogno oggi più che mai”. Abbiamo l’opportunità di “ripensare la nostra civiltà prima che sia troppo tardi”. Fautore di un approccio interdisciplinare alle emergenze della terra, Morin auspica il “ritorno dell’etica” come formula reale per regolare le interconnessioni tra gli Stati e tra gli individui. Insomma “stiamo combattendo la battaglia più difficile: quella per la sopravvivenza dell’umanità”. In definitiva Morin è un inguaribile ottimista che ci fa intravedere la possibilità di una straordinaria rivoluzione dei valori dopo la fine delle ideologie. Inutile dire che tutti noi de L’ASINO sottoscriviamo completamente questo approccio ottimistico. Inutile dire che ci sembra cosa molto diversa dall’ottimismo del nostro caro premier il quale ha dichiarato che non vede l’ora di rimettersi al lavoro perchè si sente un diciottenne. Buon per lui. Però qualcuno gli ricordi quello che Shakespeare fa dire al suo Re Lear: “guai all’uomo che diventa vecchio prima di essere diventato saggio”. Il nostro premier di anni ne ha settantatre, non diciotto. 


VACANZE DI NATALE di Paride Puglia